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Cosentino: "I campani lo vogliono"

Ieri sera il sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, è stato ospitato alla consueta trasmissione di "disinformazione" del primo canale della televisione di Stato, Porta a Porta.L’onorevole di Casal di Principe si è prodigato per circa due ore in una strenua difesa della sua posizione giudiziaria che lo vede accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

 

"I CAMPANI LO VOGLIONO"
L’onorevole Cosentino ha recitato, davanti agli ignari telespettatori, la parte di vittima di un sistema giudiziario "ad orologeria", che lo ha accusato alla vigilia dello scontro elettorale per la guida di palazzo Santa Lucia, sede del governo della Regione Campania.
 
La frase pronunciata dal destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emesso dalla Procura antimafia di Napoli, e al vaglio della Giunta per le Autorizzazioni a Procedere della Camera dei Deputati - la decisione è attesa per domani - che più ci ha colpito è quella riferita alla sua candidatura - "I campani lo vogliono".
 
Sembra quasi la rievocazione del grido di battaglia dei Cavalieri Templari - "Dio lo vuole" - con cui si giustificavano le atrocità commesse dagli "unti del Signore" nei confronti delle tante vittime innocenti di culto islamico, nel nome della riconquista della Terra Santa.
 
LA DIFESA
Il tema fondante della difesa di Cosentino è quello di non essere stato messo nella condizione di chiarire la sua posizione davanti alla magistratura, avendo più volte chiesto ai giudici partenopei che si occupano dei colletti bianchi del clan dei casalesi di essere ascoltato.
 
Il sottosegretario, aiutato dall’irreprensibile Vespa nell’accondiscendenza verso il potere, ribadisce che non è accettabile venire a conoscenza delle indagini nei suoi confronti dalla stampa - indagini che sono in corso da alcuni anni e delle quali lui non ne sapeva assolutamente nulla.
 
L’accusa più pesante viene mossa nei confronti dei pentiti del clan dei casalesi che lo inquadrano come politico organico ai clan casertani, a cominciare dall’imprenditore mafioso Gaetano Vassallo, definito in un’intervista da Mario Landolfi come "noto cocainomane" - e pertanto inattendibile.
 
In merito all’accusa di essersi prodigato, insieme al collega Landolfi e al sindaco del comune di Santa Maria La Fossa, circa la costruzione del termovalorizzatore sul quale avevano puntato anche uomini di spicco del clan Schiavone, attraverso la partecipazione della società mista Eco4 dei fratelli Michele e Sergio Orsi, Cosentino replica con le sue interrogazioni parlamentari che andavano proprio nel senso opposto. Rivendica il sottosegretario anche il suo impegno nella protesta dei cittadini che quell’inceneritore non lo volevano. 
 
QUELLO CHE è STATO TACIUTO
Coloro che hanno preso parte alla trasmissione, da Belpietro (insolitamente taciturno) al direttore del Mattino di Napoli fino all’onorevole Tabacci e De Magistris, sicuramente hanno letto l’ordinanza emessa dal tribunale napoletano, ma non hanno risposto all’onorevole nel tono e con le informazioni a loro disposizione.
 
Nell’ordinanza si legge che il Cosentino ha presentato in data 12 novembre 2008 una memoria difensiva alla Procura partenopea, e che viene ripetutamente citata dai magistrati al fine di smontare la tesi difensiva dell’imputato.
 
Inoltre i magistrati scrivono - "L’intervento dell’indagato Cosentino, del collega Mario Landolfi e del sindaco di Santa Maria La Fossa, Abbate, converge con quello dei fratelli Orsi, allorquando i due parlamentari s’impegnano in una ’forte pressione’ affinchè in quel territorio fosse realizzato un termovalorizzatore dopo il fallimento del progetto iniziale di allocare in quell’area una discarica. Vassallo non esita ad accomunare le ’pressioni’ dei due parlamentari a quelle della criminalità organizzata sul presupposto che la Eco4 fosse un’impresa mafiosa...".
 
Un altro passaggio ci sembra poi fondamentale - "Nella memoria difensiva l’indagato contesta con toni decisi l’assunto del collaboratore di giustizia Vassallo che lo vede fautore della realizzazione di un termovalorizzatore a Santa Maria La Fossa e allega 6 interpellanze e interrogazioni parlamentari, nonchè vari articoli di stampa nei quali egli manifesta decisa contrarietà per l’ipotesi di localizzazione del termovalorizzatore e di siti di stoccaggio inseriti nel C.I.R. (Ciclo Integrato dei Rifiuti, ndr) regionale".
 
L’ordinanza va oltre - "Negli atti parlamentari allegati e nelle dichiarazioni rese alla stampa si palesa una linea di contrarietà per la gestione accentrata in sede regionale del ciclo dei rifiuti; unita all’auspicio di una rapida cessazione della (fallimentare) gestione commissariale, di un’immediata restituzione ai comuni delle loro competenze, dell’instaurazione di un regime di ’provincializzazione’ del ciclo dei rifiuti".
 
In tal modo ci sarebbe stata la possibilità di accontentare ogni famiglia mafiosa, ed è per questo che all’epoca dell’emergenza "monnezza" in Campania, a nostro avviso, il Governo Berlusconi annunciò l’inizio dei lavori per ben quattro inceneritori nella Regione.
 
Poi arriva la spiegazione dei giudici che riteniamo un passaggio fondamentale dell’intero impianto accusatorio - "A ben vedere la contestazione dell’onorevole Cosentino si traduce nella conferma di una strategia di boicottaggio del C.I.R. regionale che è puntalmente riscontrata dall’indagato Valente Giuseppe ’uomo di Cosentino’ nel Consorzio CE4... E’ proprio Valente ad evidenziare come detta strategia prevedesse la creazione di un ciclo integrato alternativo e concorrenziale, destinato anzi a soppiantare quello gestito dalla FIBE; ciclo del quale avrebbe fatto effettivamente parte, come momento terminale, la realizzazione e gestione consortile di un termovalorizzatore".
 
In breve, secondo i magistrati, Cosentino non voleva la costruzione del termovalorizzatore perchè "non era il suo", cioè quello appartenente al suo intreccio affaristico-aziendale.
 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.224) 17 novembre 2009 23:12

    E’ vero quello che dici, e conferma che l analisi fisionomica del ’ esprssione de viso sig Cosentino, conferma che mente, mente, mente indefinitiva e’ un gran bugiardo

  • Di pv21 (---.---.---.72) 18 novembre 2009 12:49

    Prima il Lodo Alfano e poi la prescrizione Ghedini. Per effetto domino la casta dei Primi SUPER Cives non può che rivendicare la perduta immunità (o impunità?) L’opposizione ha perso la prerogativa del garantismo. Il nuovo garantismo èlitario, in nome della sovranità popolare, rigetta qualsiasi invadenza di una magistratura "a orologeria". In compenso i concorsi per il reintegro dei PM nella patria di camorra, mafia ... vanno da tempo deserti. Tutt’altro dicono le VOCI dentro l’eclissi di uomini esempio di rigore, coerenza, responsabilità e impegno civile. (c’è di più => http://forum.wineuropa.it

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