• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Cosa lasceremo in erdità ai nostri figli?

Cosa lasceremo in erdità ai nostri figli?

Una Società come la nostra, compressa a tutto tondo nel dover vivere il presente senza alcuna probabilità di un domani, rischia di non riflettere sul futuro dei propri figli. C’è stata un’epoca – neppure troppo remota – in cui tutte le energie di una famiglia erano tese alla costruzione, in ogni senso.

Costruzione di uno status, di case, di risparmi, di storia familiare. Pian piano, l’immagine della famiglia che accudisce, protegge e fonda radici, ha dovuto in qualche modo cedere il passo a valori diversi, a tempi differenti. Ad una visione dell’esistenza, fondata più sull’attimo presente che sul futuro.

Poco tempo per pensare ai figli. Nessuna possibilità di concretizzare un ipotetico futuro. Nulla che consenta la chiara e netta determinazione di una continuità. Oggi si morde il tempo a casaccio e si corre verso orizzonti sempre più oscuri ed ignoti.

Cosa lasceremo di questa storia dei nostri giorni ai nostri figli? Chi spiegherà loro, con dovizia di particolari ed argomentazioni logiche, perché l’ambiente è andato a catafascio. Perché non hanno diritto a lavorare? Perché c’è una distinzione troppo netta e lontana, fra chi gestisce la nazione e chi – ormai – ne subisce le conseguenze? Ed ancora, perché non siamo oggi in grado di spiegar loro il futuro che potrebbe già delinearsi, e le scelte di cui in qualche modo siamo artefici e vittime?

Chi darà loro la mano per condurli verso la vita? Chi gli assicurerà di che vivere? Chi potrà confermar loro che una scossa di terremoto non ucciderà i loro figli? Chi di noi potrà garantire che non moriranno di lavoro, di droga, di qualche nuovo virus, di un incidente ferroviario, di spazzatura e diossina, di malattia rara per cui non si è mai speso troppo denaro per tentarne la cura?

Chi gli dirà: “Tranquillo, ci siamo noi a proteggerti”, quando non ci saremo più? Noi, che non siamo riusciti a proteggerli in vita. Dal vuoto interiore. Dalla noia. Dall’avere troppo o troppo poco. Dal non trovare un motivo per vivere. Dal sapere con certezza – questo si! – che non c’è speranza di un futuro migliore, perché nessuno ne sta parlando, di come avere un futuro migliore.

Chi allontanerà i nostri figli dalla droga, ultima spiaggia per anime disperate che non hanno coraggio sufficiente per vivere in una civiltà troppo contraddittoria e contraria ad ogni forma di equità e dignità umana.

Come e chi spiegherà loro, quale sia il vero concetto di sicurezza, quando questo concetto, noi stessi, l’abbiamo totalmente ribaltato, confondendolo con l’intolleranza razziale, mentre ogni attimo qualcuno muore senza un vero motivo.

Noi adulti di oggi, siamo già le vittime di carnefici del nostro passato. La generazione precedente che ha sognato troppo. Soffermandosi su idealismi che hanno prodotto solo l’accesso alla mancanza di sogni di oggi.

Noi stessi, reduci di errori su errori, in tempi in cui – comunque – esisteva almeno la voglia di partecipare alla vita comune.

Oggi, nemmeno questo. Nessuna possibilità. In ogni senso. Crediamo forse di riempire i buchi con un’escalation inconsulta di acquisti, aspettative irraggiungibili o raggiungibili, a costo del sangue.

Non abbiamo nulla da lasciare ai nostri figli. Se non l’immagine consunta di una generazione – la nostra – che ha voluto guardare altrove, mentre altri palesemente agivano per portarci alla realtà di oggi e di domani, che sarà sicuramente peggiore.

A meno che, i nostri figli non saranno in grado – soli e senza alcuna formazione – di bloccare un processo che parla di qualunquismo, assenteismo sociale, caparbia volontà di non partecipare attivamente alle questioni comuni.

Ed allora, saremo figli dei nostri figli. Che avranno salvato la nostra memoria. Ed il loro futuro.

Commenti all'articolo

  • Di Virginia Visani (---.---.---.158) 19 novembre 2009 18:42
    Virginia Visani

    Va corretto il titolo.
    Del resto molto bello: i "nostri" figli cresceranno sicuramente diversi da noi e non ci possiamo fare nulla, perché loro vogliono essere uguali a tutti i bambini e non accettano le parole dei genitori che magari si discostano dal sentire comune.
    Loro amano le playstation, stare ore davanti al computer, non hanno il nostro senso del bello ne hanno un altro che per noi proprio non c’azzecca nulla con il nostro.
    Amano piccoli mostri al posto di Topolino e si fanno beffe di Topo Gigio.
    In compenso gli adolescenti vanno matti per i vampiri, considerano sdolcinati i film sentimentali.
    Ma non possiamo fare granché...

  • Di (---.---.---.24) 20 novembre 2009 10:19

    Di fatto i nostri nonni, quelli nati fino al 1910 hanno fatto molto per il nostro paese, per i loro figli e per un futuro sociale migliore. I nostri padri, invece, quelli nati dal 1930 al al 1950 si sono preoccupati, di sfruttare al massimo la situazione che era stata lasciata loro a costo di sacrifici dei loro genitori, rallegrando la propria vita con automobili, seconde case e villettine al mare e montagna, villeggiature e settimane bianche annuali obbligate, vestiti eleganti nonché intolleranze coniugali scaturite in molteplici divorzi. Questi stessi NOSTRI genitori, che nel loro tempo si sono preoccupati MOLTO per la loro situazione economica e materiale, ma poco per quella dei loro figli e di un futuro sociale, si rendono conto però che oggi questi ultimi non hanno un futuro, troppo spesso non hanno una casa e non hanno un lavoro, loro ormai 70/80enni se la prendono con la politica, con le istituzioni che non garantiscono come a loro è stato garantito dai loro padri;. Stato ed istituzioni ormai oggi non garantiscono nulla come loro nulla hanno garantito ai loro figli, tutto oggi è a loro immagine e somiglianza. Altro che playstation e vampiri, chissà cosa mangeranno e come vivranno da grandi i figli di oggi, CHI E’ CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares