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Corruzione: altro primato negativo per l’Italia

Le bustarelle, tangenti, cartelli e altre pratiche di corruzione minano la concorrenza e provocano una massiccia perdita di risorse per lo sviluppo in tutti i paesi, in particolare nei paesi in via di sviluppo.

Secondo quanto emerge dal rapporto annuale sulla corruzione, presentato a Berlino dall’organizzazione non governativa Trasparency International (TI), i paesi più corrotti al mondo sono la Somalia, l’Afghanistan e la Birmania. L’ Italia, paese in via di sviluppo, non poteva non gareggiare con gli ultimi ed ecco allora che i “politici onesti” del paese, per essere solidali con i colleghi corrotti, non potevano fare brutta figura; sono retrocessi dal 55esimo posto del 2008 al 63esimo nel 2009.
 
La Corte dei Conti nel mese di giugno u.s. circa la corruzione affermava che la tassa impropria che intascano i farabutti è di 50/60 miliardi di euro all’anno, ma visto che da giugno a novembre ci troviamo al 63esimo posto, la tassa immorale che siamo costretti a pagare è aumentata. Giudicata in voti, l’Italia ha ottenuto appena 4,3 punti in una scala che va da 10 per i paesi meno corrotti, come la Nuova Zelanda con 9,4, a 1,1 per i più corrotti come la Somalia.
 
“In un frangente nel quale l’economia mondiale incomincia a registrare una leggera ripresa e alcuni paesi continuano a lottare con continui conflitti interni ed incertezze, è chiaro che nessuna regione del mondo è immune dal cancro della corruzione” viene evidenziato nel rapporto presentato a Berlino dal Presidente di Trasparency International, Huguette Labelle. L’Ong denuncia in molti stati un calo dell’attenzione e della concretezza di un fenomeno distruttivo per la buona governance e per la stessa democrazia.
 
"La lotta contro la corruzione richiede un forte controllo del parlamento, un sistema giudiziario efficace, un’attuazione rigorosa del diritto, la trasparenza nei bilanci pubblici, una fornitura di aiuti e finanziamenti, così come la sala per una stampa indipendente e una società civile vivace" ha detto Huguette Labelle. "La comunità internazionale deve elaborare soluzioni efficaci per aiutare i paesi dilaniati dalla guerra a crescere e sostenere le loro istituzioni."
 
Se si introducessero istituzioni globali e nazionali di controllo, efficacemente applicate in combinazione con norme più efficaci e significative, si raggiungerebbero livelli più bassi di corruzione, si porterebbe ad un aumento di fiducia necessaria nelle istituzioni pubbliche, ad una crescita economica e a un’assistenza allo sviluppo sostenibile più efficace. Ma in primo luogo si ridurrebbe la grande scala della sofferenza umana.

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