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 Home page > Attualità > Economia > Come ottenere rimborso IVA sulla TIA

Come ottenere rimborso IVA sulla TIA

Oggi, mi limito ad informare le seimilioni di famiglie che dal 1999 al 2008 hanno dovuto pagare l’IVA sulla tassa sui rifiuti. Infatti, sul sito internet di Federconsumatori dal 29 ottobre 2009, campeggiano le istruzioni per l’uso rimborso IVA sulla TIA, queste notizie di una certa rilevanza per i consumatori vengono spesso dimenticate dai media nazionali. E con i tempi di crisi, recuperare qualche euro non fa mai male. 


Da TARSU a TIA
 
A partire dal 1999 molti Comuni hanno sostituito la Tassa Smaltimento Rifiuti con la Tariffa di Igiene Ambientale, come definito dall’art. 49 del D.lgs. n. 22 del 1997 (il cosiddetto Decreto Ronchi) e dal DPR n. 158/1999.
 
Le principali differenze tra TARSU e TIA riguardano:
- il calcolo del contributo che, nel caso della TARSU è effettuato sulla base dei metri quadrati del proprio immobile (con una riduzione nel caso si viva da soli), nel caso della TIA, invece, la tariffa è determinata da dei costi generici del servizio, ai quali si aggiunge una componente variabile legata al numero dei componenti del nucleo familiare, è calcolata, cioè, in base ai rifiuti effettivamente prodotti;


- un’evoluzione positiva, specialmente in alcune realtà, tesa ad incentivare sempre più la raccolta differenziata ed i comportamenti delle utenze finalizzati a ridurre i rifiuti alla fonte, a massimizzare il recupero ed a minimizzare il ricorso alla discarica.
Con il passaggio da tassa a tariffa, però, è divenuto possibile applicare su quest’ultima l’IVA al 10%, fino alla dichiarazione della Corte Costituzionale del luglio 2009. 
 
L’illegittimità dell’IVA sulla TIA
 
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 238 del 24 luglio 2009, ha stabilito che la TIA (Tariffa di Igiene Ambientale) è una “tassa” e non una “tariffa”, pertanto, sulla stessa non è applicabile l’IVA.
Si riconosce, così, del tutto illegittima l’IVA al 10% applicata dai comuni interessati sulla TIA, per la quale, oggi, i cittadini possono chiedere il rimborso.
  
La TIA in cifre
 
Sono oltre 6 milioni le famiglie residenti in circa 2000 comuni italiani, che, dal 1999 al 2008, hanno dovuto pagare l’IVA di troppo sulla tassa sui rifiuti, e che oggi devono avere indietro quanto versato in più del dovuto.
La stima di tale spesa non è affatto di poco conto: secondo quanto indicato dall’ultimo rapporto APAT, è stimabile che, tra famiglie ed aziende, la partita viaggi intorno ai 200-230 milioni di Euro all’anno.
 
Ad esempio:

per una famiglia che paga 250 Euro all’anno di TIA, quindi, la restituzione corrisponderebbe a 25 Euro l’anno, che vanno moltiplicati per il numero di anni in cui si è pagata la TIA.
 
Cosa fare
 
Prima di tutto bisogna controllare di avere tutte le ricevute di pagamento relative alla TIA, facendo attenzione che, nelle relative fatture, sia stata effettivamente addebitata l’IVA.
Per richiedere il rimborso e la cessazione immediata dell’applicazione dell’IVA, per gli aventi diritto basterà recarsi presso uno degli sportelli della Federconsumatori dislocati su tutto il territorio nazionale, dove potranno compilare degli appositi moduli e dove riceveranno tutta l’assistenza necessaria. In ogni caso consigliamo di presentare la richiesta il prima possibile
 
Ora tocca al Governo 
 
Alla luce di tale situazione, è indispensabile che il Governo ed il Ministero delle Finanze diano disposizioni attuative affinché si dia piena applicazione alla sentenza:
- facendo cessare l’assoggettamento ad IVA già dalla prossima bolletta della TIA, 
- mettendo in moto il meccanismo di rimborso per restituire alle famiglie quanto illegittimamente sottratto.

Federconsumatori
 

Commenti all'articolo

  • Di Francesco (---.---.---.97) 3 novembre 2009 10:12

    Volevo precisare che l’importo dell’ IVA non corrisponde al 10% dell’importo della fattura ma si calcola dividendo l’importo totale della fattura per 1,10.
    Quindi se la fattura è di 250 euro l’importo dell’IVA non è di 25 € bensì di 22,73 € (250 / 1,10).
    Saluti. 

  • Di julio (---.---.---.197) 3 novembre 2009 14:44

     Non è ancora possibile chiederlo, almeno finché stato e comuni non avranno fatto una legge che lo permetta.

    Quello della Federconsumatori è stato una disinformazione che sta intasando gli uffici delle aziende dell’igiene urbana per nulla.

    • Di (---.---.---.230) 23 novembre 2009 16:49

      Mi scusi ma il suo mi sembra un ragionamento medievale, da suddito che difende le angherie del sovrano. Mi sembra che le persone civili possano inquadrare meglio la situazione: gli uffici delle aziende dell’igiene urbana sono intasati da questa problematica perché LORO per prime si sono rese per lo meno complici di un comportamento che una sentenza della Corte Costituzionale n.238 del 24 Luglio 2009 ha stabilito << NON LEGALE >>; perciò se queste aziende sono responsabili del loro operato DEVONO comunque prendersi le loro responsabilità e NON dare la colpa ai cittadini del LORO comportamento! Per lo meno, come cittadino io la penso così... se esiste ancora in questo paese dei balocchi la possibilità di esprimersi liberamente.

    • Di (---.---.---.213) 9 febbraio 2012 14:50

      Giusto... è bello vedere che ogni tanto la ragione e la cultura vince sull’ ignoranza, dei molti cittadini, che amano essere presi a calci e stampate.... ma vogliamo svegliarci!!!!!!!!!!!!

  • Di Frankbull (---.---.---.184) 3 novembre 2009 18:59
    Frankbull

    Ma a quanto pare il rimborso spetterebbe solo agli ultimi 3 anni ,poichè a quanto mi hanno riferito gli altri anni vanno in prescrizione !

  • Di sganapino (---.---.---.54) 4 novembre 2009 07:55

    Da una parte vi sono persone che tentano disperatamente d’aiutare la gente (Federconsumatori) e dall’altra una enorme burocrazia che aiuta il Potere a fregare la gente, guadagnandosi così lo stipendio.

  • Di vitof (---.---.---.103) 8 novembre 2009 12:22
    vitof
    Bisogna compilare un modulo, prima di compilarlo, verificate sulle fatture degli ultimi anni se l’Iva è stata applicata. Se l’avete versata allegate al modulo le copie delle fatture ed elencate gli importi nella tabellina riepilogativa che trovate nel modulo stesso.

    A cosa fare attenzione
    * Se non avete nulla che provi il versamento dell’Iva perché avete solo i bollettini, usateli comunque senza indicare gli importi dell’Iva versata.
    * Se negli ultimi 10 anni è cambiato il gestore del servizio, ad esempio siete passati dal versamento al comune a quello all’ente municipalizzato, inviate due richieste separate per i rispettivi periodi di competenza.
    * La prescrizione per la richiesta di rimborso dell’Iva è di 10 anni, ma potete bloccare questo termine inviando il modulo tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
    * Il comune o gli altri enti a cui avete pagato la Tarsu hanno 90 giorni per rispondere alla vostra richiesta di rimborso. Se non rispondono vale il principio del "silenzio diniego".
    * Potete presentare la richiesta di rimborso fino al 24 luglio 2011, ovviamente più aspettate più slittano i termini di prescrizione. In pratica entro il 2009 potete chiedere il rimborso fino al 1999, dal 2010 potete risalire al 2000 e così via.
    Cosa fare se negano il rimborso
    Se l’Ente non riconosce la sentenza della Corte costituzionale e vi nega il rimborso, o non risponde, potete presentare un ricorso alla commissione tributaria provinciale. Potete farlo come singolo contribuente se il valore della causa risulti inferiore a 2.582,28 euro. Al di sopra di questa cifra è necessario farsi assistere da un avvocato. Per fare ricorso alla commissione avete 60 giorni di tempo dal momento in cui ricevete la risposta negativa dell’ente o dal termine dei 90 giorni dalla presentazione della richiesta di rimborso.

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