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Coesione e coraggio per non soccombere

 

Alla luce di scioperi solitari e continue polemiche trasversali che affliggono il nostro Paese credo sia opportuno fare un appello che spinga alla coesione ed al confronto fruttuoso e non solamente plateale e demagogico. L’improprio scontro che coinvolge maggioranza, opposizione e parti sociali rallentano il varo di poderose misure anticicliche che possano ridurre e mitigare la portata dell’attuale crisi economica.

È doveroso intraprendere investimenti in infrastrutture tecnologicamente avanzate come la realizzazione immediata di numerose centrali termodinamiche, chiaramente al sud d’Italia per questioni geografiche, in modo da iniziare a ridurre il costo dell’energia nel nostro Paese limitando la dipendenza dagli idrocarburi. È altresì doveroso potenziare le infrastrutture ferroviarie in modo da veicolare buona parte del trasporto su gomma verso le rotaie. Tale intervento consentirebbe di diminuire la componente trasporto sul costo complessivo delle merci oltre che ridurre la preoccupante congestione che affligge le aeree metropolitane ed la rete viaria in genere.

L’Italia deve reagire alla recessione aprendo cantieri pubblici capaci di realizzare opere per troppo tempo procrastinate e favorendo le aziende che operano in settori ad alto valore aggiunto capaci di surclassare in qualità la produzione a bassissimo costo di Cina ed India.

Ogni individuo che perde il proprio posto di lavoro è un “punto” a favore della crisi stessa; è doveroso provvedere ad impiegare anche in maniera temporanea chiunque si trovi nella difficile situazione di essere licenziato. In questo caso lo Stato dovrebbe occupare con contratti a termine costoro convogliando questa forza lavoro aggiuntiva nella realizzazione delle grandi opere sopra citate, almeno fino a una ripresa del sistema produttivo e industriale tale da riassorbire tutti gli esuberi attuali.

In situazioni d’emergenza uno Stato lungimirante deve intervenire con forza e decisone prima che sia troppo tardi. Spendere risorse pubbliche per la limitazione della disoccupazione contingente e l’incentivazione dell’edilizia significa investire a medio termine determinate risorse che daranno sicuramente i propri frutti. A mio avviso l’ossessione del debito pubblico in situazioni come l’attuale è un fattore limitante, chiaramente l’eventuale sforamento dovrà essere contenuto (mai non oltre il 10%) e proporzionato ai benefici effettivi a breve e medio termine.

Coesione e coraggio possono fare veramente molto. 

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