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Clima da guerra: State agitati

Conti: L’Unione europea ha promesso 3,5 miliardi di dollari l’anno per i prossimi tre anni, il Giappone 3,3 miliardi di dollari. Gli Usa, che nel 2009 hanno destinato 1,2 miliardi di dollari ai paesi poveri, potrebbero salire a 3 miliardi a partire dal 2010. Il totale, in 3 anni, sarebbe di circa 10 miliardi di dollari. Anche qui, i conti, apparentemente, tornano. Secondo Zelawi, le necessità immediate sono, appunto, di 10 miliardi di dollari. Ma i paesi poveri vogliono essere sicuri che questi soldi siano effettivamente in più, rispetto alle donazioni già in corso (i paesi ricchi hanno destinato al mondo sottosviluppato 21 miliardi di dollari nel 2009). E vogliono, soprattutto, sapere cosa accadrà dal 2013 in poi.
 
Riassunto: Le risorse ‘fast’ prevedono un fondo da 30 miliardi di dollari per il triennio 2010-2012 mentre entro il 2020 il fondo è da 100 miliardi di dollari l’anno. L’importante, dicono gli osservatori, è che questi fondi non si ‘distraggano’ dalla lotta alla povertà. Sul tappeto restano tante questioni aperte e nel 2010 si dovrà arrivare a un accordo vincolante.
 
Cifre: questa volta le fornisce Chavez, con il suo discorso a Copenaghen "Se il clima fosse una banca, l’avrebbero già salvato".
 
Il Senato degli Stati Uniti ha approvato il 19 dicembre 2009, per 88 voti a 10 uno stanziamento di 636 miliardi di dollari per spese militari, incluse quelle per le guerre in Iraq e Afghanistan: la legge è stata già inviata al presidente Obama per la firma finale.
 

”Squatter dei centri sociali in corteo a Torino contro gli sgomberi delle case occupate nel capoluogo piemontese. Alcune centinaia di manifestanti si stanno radunando davanti alla stazione ferroviaria di Torino Porta Susa.‘State agitati” è lo striscione posto in testa al corteo; gli squatter hanno realizzato anche una sorta di grattacielo di cartone che trasportano su un carretto. Sopra è stata dipinta la faccia sanguinante di Berlusconi con la scritta ”Miracolo a Milan””.

Il corteo contro il progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto che è sfilato per Villa San Giovanni ha costituito un’importante appuntamento dentro l’agenda di mobilitazione della Rete No Ponte calabrese e siciliana contro l’ennesima inutile e grande opera. Una manifestazione nazionale molto partecipata, almeno 15mila le persone in corteo, al quale hanno partecipato i comitati a difesa del territorio della Calabria come della Sicilia, insieme a tutti coloro che sono arrivati da ancor più lontano. Progettualmente dicendo “Fermare i cantieri, lottare per le priorità”, elaborando politicamente un discorso “con tanti sì e un solo no”. In migliaia hanno partecipato ad una manifestazione a Villa San Giovanni per dire no al ponte sullo Stretto. Il ponte ‘unirà due mafie’, era riportato su uno degli striscioni. La festa pacifica è stata però funestata dalla morte di uno degli oratori che hanno preso la parola sul palco, Franco Nisticò, ex sindaco di Badolato. Nisticò ha avuto un malore ed è stato soccorso da alcuni medici che erano sul posto, ma è morto poco dopo il suo ricovero in ospedale.

Questa guerra vi è offerta da… Non so se alla fine, nascosta tra le righe cavillose della finanziaria appena approvata a colpi di fiducia, ci fosse la brillante idea del ministro per la guerra La Russa: privatizzare le spese di gestione dell’esercito. Io sono malfidata, e pensando tutto il peggio di questo governo sarei pronta a credere che a breve avremo l’Esercito S.P.A.. Ironia a parte, mi pare chiaro che ormai il popolo, il paese, la democrazia, la libertà, i diritti e persino i doveri dello stato, siano cose sorpassate. Il paese azienda inizia ad assumere una forma più inquietante di quella che qualunque teoria fantasiosa avrebbe mai potuto immaginare. Sono gli ultimi colpi per lo smantellamento definitivo dello stato. Fare danaro è l’unico scopo di questo governo. Persino gente come Craxi e De Lorenzo appaiono oggi dilettanti ladri di polli, al confronto di questi veri criminali. Auguri, eh.

Salvano il mondo, ascoltano i bambini?

E per finire da Greenpeace, la lettera del direttore Kumi Naidoo: "La città di Copenhagen è la scena di un crimine climatico, con i colpevoli che scappano verso l´aeroporto, coperti di vergogna. I cittadini di tutto il mondo chiedevano un vero accordo prima che il Summit iniziasse e continuano a chiederlo. La società civile, la maggior parte della quale è stata chiusa fuori nei giorni finali di questo Summit sul clima, ora deve raddoppiare i propri sforzi. Ciascuno di noi deve costringere i propri leader ad agire. Dobbiamo portare la lotta per impedire la catastrofe climatica a ogni livello politico: locale, regionale, nazionale e internazionale. E lo stesso per le stanze dei consigli di amministrazione e le strade principali delle nostre città. O lavoreremo per un cambiamento effettivo della nostra società o soffriremo le conseguenze di questo fallimento. Come insulto finale, abbiamo appena saputo che i tre attivisti di Greenpeace entrati nel Palazzo Reale danese, nel corso della cena ufficiale dei capi di Stato, aprendo un banner con la richiesta di una vera azione per il clima, sono stati spediti in prigione per tre settimane. Si tratta dei leader sbagliati. I veri leader mondiali che hanno provato ad agire realmente sono ora in cella, mentre i presunti leader stanno abbandonando la scena”.

Aggiungo i miei auguri oltre a quelli di Rita Pani che si occupa di R-esistenza infinita. Appena avete un attimo di tempo, tirate voi da soli i risultati delle somme e delle sottrazioni, le conclusioni e i conti, sempre che non scopriate che, come nel 1970,  la Repressione è Civiltà.

“Perché sorridi tanto, Ramón?” “Quando uno non può scappare e dipende costantemente dagli altri impara a piangere ridendo”. (Alejandro Amenábar, “Mare dentro”)

 

 

 
   

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