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Città in polvere e ministre acquifere

La città più irrespirabile d’Italia? Quella del ministro dell’ambiente Prestigiacomo (e non è una battuta). Il ministro le ha regalato 80 milioni per la falda acquifera, ma nulla fa per l’insalubrità dell’aria.

In tram a Milano senti il brusio dell’utenza che tenta di rifuggire dal logorio della vita moderna, lo stress da polluzione e sporcizia urbana da mandar giù col beverone giallo-bile del frate. In un giro di boa tra il duomo e via Larga rischi di dargli ragione. Dici sì, ma t’accorgi che: si faccia attenzione a stilare graduatorie. Perché pensi agli agenti inquinanti e devi mirare al particolato. E pensi a questo parli di Siracusa. E certo: cosa scriverei a fare? Vi pare sia messa meglio del capologuo lombardo, a polveri sottili? Vi sbagliate. Tra 111 capoluoghi, Siracusa è 110°, e non scoppia di salute. Semmai di PM10.

321 giorni e non sentirli. 
Si tratta degli indicatori ambientali urbani dell’Istat, mica Gasparri. E le cose girano così da un pezzo: le nano polveri che stanno intossicando i residenti custodiscono al loro interno un goloso gocciolone composto da metalli pesanti e porcheria simile. Roba cancerogena, servitevi pure. Euromobility la porta come unica città d’Italia nella quale l’aria peggiora. Intanto la legge dice: ci si può intossicare – se vi riesce di sopravvivere – a 50 milligrammi di PM10 (particolato con diametro minore a 10 micron) per metro cubo d’aria. Massimo. E per non più di 35 volte all’anno. E va bene. A Siracusa, la bella città dal sindaco aostano e pidiellino Visentin, nel 2008 si è arrivati a quota 321 su 365: sì sì, praticamente sei giorni alla settimana.

Africa: sempre in mezzo.
Perché disturbare la fascia tricolore? Così. A parere del borgomastro, l’inquinamento comunale sarebbe dato dalle polveri africane trascinate dal vento. Che, a dirla tutta, suona come una risata dopo tre pernacchie. Oddio: potrebbe pure essere: peccato che nelle città contigue, evidentemente, il vento non voglia bussare. Dato che i livelli, a Catania ad esempio, restano più bassi: 45 volte all’anno, con vulcano e polveri annesse. La cittadinanza si è attivata, le richieste – alle amministrazioni – sono giunte eccome. Anche in sede assembleare: pare infatti che la giunta, solita sottovalutare la questione, si sia data per assente più di una volta alla proposizione della vicenda nell’ordine del giorno consiliare.

Prestijacque: un ministro, un perché. 
L’opposizione comunale denuncia, indignata, la cosa. La cittadinanza organizzata, a fatica, sensibilizza. E il ministro Prestigiacomo, fortunata concittadina degli sventurati residenti, potrebbe vantarsi – a buon diritto – di non esprimere preferenze di campanile nelle sue politiche ministeriali, data la gradevole insalubrità aerea della città che le ha dato i fastosi natali. Peccato: è lo stesso comune che, facendo riferimento alla percentuale media di popolazione servita da impianti di depurazione delle acque reflue urbane, compare al numero uno in della hit Italia. Lo stesso impianto che annovera, a proprio giovamento, un assegno di 80 milioni di euro firmato “Ministero dell’Ambiente“.

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