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Che scontato il popolo: visione preospettica di Sgarbi e de “Il Fatto del Giorno”

Tocca a me, capito. 

Ho visto pochissimo in giro, per niente, un giudizio qualsiasi (e a dirla tutta scontato) sul nuovo pomeridiano di Rai2, “Il Fatto del Giorno“. Scontato o no, me ne assumerò l’ingrato onere, facendone rampa di lancio per una constatazione più becera e ampia. Il programma, condotto da tale Monica Setta, brilla per quel gusto post-pranzo tutto italiano del “mi prendo ciò che viene, senza giudicare”: addosso allo spettatore vengono servite, a modo loro, le tematiche d’attualità politica più -come direbbe il super telegattone- gettonate del momento.

Poltrona, Setta e rutto libero. 
Seduto sul divano, in fase digestiva, lo spettatore assiste all’accesa diatriba sul velo, sulla cocaina, sulla riforma della giustizia, l’immancabile trans: lo scibile umano. Mediato, col fare della padrona di casa sciatta e non curante del disordine, da una conduttrice prodiga d’ elargizione benevola nei confronti di figuri a scelta della maggioranza (“Per favore: Maroni è un ottimo Ministro“). E alla quale è oscura la differenza esistente tra parlamento governo (non è una balla nè un’offesa: provare per credere).

Sgarbi, trono e tronista. 


L’utente prende e ingoia l’ammazzacaffè: la tribunetta color vermiglio assume spesso le fattezze dell’altro facinoroso salotto postprandiale, lo studio degli uomini e delle donne della De Filippi, del quale sembra proporsi come evoluzione cronachistica e subculturale che poco mercato trova nel concorrente privato. Ma basta dare l’asilo a grida e insolubili questioni (come isolute sono le pene d’amore dei bulletti di Maria) in quella fascia oraria per attestarsi come De Filippi ma politica? No: mancherebbe di tronisti. Ed ecco che, a correre in soccorso all’imperdonabile carenza, intercede l’inopinabile presenza del “terzo” di turno, volentieri incarnato dall’onnivoro Vittorio Sgarbi. Lui è l’uomo da sedurre, a sua volta seduttore pubblico: ogni parola è commisurata all’ansia da shock tendente comunque ad una ridicola indulgenza nei confronti del pubblico. Come dire: i gay mi fanno schifo quanto a te ma te lo dico a cagando fanculi e partendo dall’incontro di Dante con Brunetto Latini nella Commedia.

Il presidente chiama, il popolo risponde. 
Immancabili, immarcescibili, alcuni must del confronto televisivo. Etereo, si staglia il busto delduce con parrucca bionda (al secolo Alessandra Mussolini), irrinunciabile l’occhialuto comunista di corte, Sansonetti. Inevitabile il parere del pubblico sovrano (a quanto pare): il metodo è quello in voga al Tg4 (e non è un’allusione), l’intervista “per strada” e il televoto “da casa” (tanto ti prendiamo, aspettaci). L’esito del sondaggio, sempre sul modello Fede (ancora, nessun doppiosenso), risulta spesso -tocca usare ancora il termine- scontato. La gente, irrimediabilmente, vuole ciò che vuole il presidente. Il metodo è però più raffinato, la domanda al pueblo quasi retorica: l’esempio, è soddisfatto di come viene amministrata la giustizia in Italia? Crede che i processi in Italia si svolgano in tempi ragionevoli? Glissando sull’ovvia risposta, la constatazione in studio non fa, sempre, che riaffermare l’urgenza del proclama para-attuativo posto in essere da lui o chi per esso. Senza considerare, lo dico per scherzo, che ghigliottinando i processi dopo 2 anni in primo grado equivale a troncare il corso della giustizia, altrimenti rivitalizzabile mettendo mano al portafogli.

Scontata impunità, nel senso che era prevedibile. 
No, non può sorprendere. Non possiamo dirci stupiti di fronte al teatrino di uno Sgarbi fantoccio e onnipresente, sempre pronto e prono sulla via lastricata dell’anti-magistratura, silicone di interessi ignoti che potrebbero, al tempo, portare allo sputtanamento in diretta delle carriere dei giudici per capriccio, voglia o disposizioni celesti (chi dimentica i suoi “Sgarbi Quotidiani” negli anni 90 contro il giudice Caselli e i Pool Mani Pulite e Anti-Mafia, al suono di “Questo mondo di ladri” corredato da maiali in toga, è pregato di consultare la rete e alcune lettere giunte dalla Sicilia ad alcuni palazzinari brianzoli sotto minaccia). E magari giudicherà scontato il giudizio che personalmente gli rivolgo, e che tanto lo offenderebbe (un ‘ignorante. Vittorio Sgarbi è un emerito ignorante). Tanto scontato quanto sapere che al Tg2 recita il notiziario un dipendente del Ministero della Difesa, o che la propostaimmunitaria, in parlamento, arriva su proposta di un’ex socialista. Scontato.
U’

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