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Caso Brad Will, il Messico mente e viola la legge. In ballo i fondi del Plan Mérida

Il reporter freelance statunitense Brad Will, fu ucciso da un colpo di arma da fuoco il 27 ottobre 2006 mentre stava coprendo per Indymedia New York gli scontri tra la APPO, l’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca e la Polizia Federale Preventiva nella cittadina messicana  durante la protesta (appoggiata dalla quasi totalità della popolazione) organizzata dal sindacato dei maestri che chiedeva migliori condizioni di lavoro e salariali, nonché le dimissioni del governatore dello Stato Ulises Ruiz Ortiz.
 
Sulla morte di Brad Will la Procura Generale della Repubblica (PGR) del Messico non è riuscita ancora, nonostante siano trascorsi ormai quasi tre anni, a fare chiarezza.
 
Anzi. Sta assumendo proprio in questi giorni toni sempre più accesi la polemica sui risultati delle perizie condotte separatamente dalla PGR e dalla CNDH, la Commissione Nazionale dei Diritti Umani.
 
Il 17 luglio scorso infatti, la Régia Polizia a cavallo canadese, su richiesta della PGR ha presentato una sua perizia nella quale conferma pienamente le tesi governative sulla morte di Brad Will, e cioè che il giovane sarebbe stato ucciso da alcuni simpatizzanti della APPO che in quel momento si trovavano molto vicini a lui. 
 
Mauricio Farah, rappresentante della CNDH che sta seguendo il caso, in una intervista di qualche giorno fa ha assunto posizioni molto dure contro la PGR, accusandola di aver richiesto la perizia canadese, (realizzata indipendentemente dalle autorità governative di quel paese) per risollevare il caso mediaticamente e per trovare appoggi esterni alle proprie accuse.
 
Proprio la CNDH aveva quasi un anno fa presentato la sua perizia, emettendo contemporaneamente l’atto n. 50/2008 di avvertenza al governatore dello Stato di Oaxaca, al Procuratore Generale della Repubblica Eduardo Medina Mora e al Congresso, rispetto al fatto che nelle indagini sulla morte di Brad Will c’erano state troppe irregolarità e che si stava di fatto favorendo l’impunità dei veri colpevoli. Erano stati richiesti inoltre alla PGR formali chiarimenti circa i risultati balistici discordanti. Chiarimenti mai arrivati. 
 
Farah ha dichiarato inoltre che non solo la Procura sta mentendo sul caso Will, ma che sta anche violando apertamente la legge, avendo prima formulato un’ipotesi di colpevolezza (contro i simpatizzanti della APPO in questo caso) e poi creato una perizia per sostenerla.
 
Le indagini governative parlano di due colpi di pistola sparati a distanza molto ravvicinata, (uno addirittura dopo che Brad Will era già stato soccorso), e quindi probabilmente partiti da un’arma dei simpatizzanti della APPO che in quei momenti concitati, testimoniati proprio dall’ultimo video del reporter, si trovavano vicino a lui.
 
La perizia della CNDH, invece parla di due colpi quasi simultanei, partiti da una distanza molto maggiore, circa 35/50 metri, sparati probabilmente dalle spalle di un camioncino rosso che si trovava tra Brad Will e alcuni uomini armati che facevano fuoco sulla folla. Ciò sarebbe testimoniato anche da alcune tracce di vernice rossa trovate sul proiettile e dai danni fisici riscontrati sullo stesso, secondo uno studio balistico effettuato dall’associazione Medici per i Diritti Umani.
 
Circa due mesi dopo la morte del reporter, la polizia messicana arrestò con l’accusa di aver commesso l’omicidio  due uomini, Abel Santiago Zárate, consigliere del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI), lo stesso del governatore Ulises Ruiz , e la sua guardia del corpo. Altri due poliziotti e un paramilitare, latitanti, non vennero mai presi. Poco dopo anche i primi due furono rimessi in libertà.
 
Nell’ottobre del 2008 invece, sono stati arrestati Juan Manuel Martínez Moreno e Octavio Pérez Pérez e da parte delle autorità giudiziarie competenti sono stati emessi ordini di arresto per altre otto persone, tutti attivisti della APPO.
 
Amnesty International d’altra parte rende noto che lo stesso Congresso degli Stati Uniti e il Dipartimento di Stato stanno effettuando proprie indagini sul caso, affermando che la richiesta di una ulteriore perizia presentata alla Polizia canadese è stata effettuata in concomitanza con l’approvazione dei fondi del Plan Mérida da destinarsi per la lotta al narcotraffico e al terrorismo in Messico e che come è noto sono vincolati al rispetto dei diritti umani.
Veramente proprio una strana coincidenza.
 
P.S. Per solidarizzare con la campagna Giustizia per Brad Will, Libertà per Juan Manuel Martínez Moreno (cancellazione del Processo Penale n. 155/2008) per favore mandare i propri dati a:
Consejo Indígena Popular de Oaxaca "Ricardo Flores Magón", CIPO-RFM:
[email protected]
Jóvenes en Resistencia Alternativa. JRA:
[email protected]
 
 
 
 

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