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"Cado dalle nubi". Perché sono andato a vederlo?

Già, perché?

Primo, non c’è molto da vedere al cinema in questo periodo. Secondo, avevo voglia di essere stupito. Terzo: tanti comici del piccolo schermo hanno debuttato al cinema più che dignitosamente (Aldo, Giovanni e Giacomo, Pieraccioni, Ale e Franz...). Nonostante queste ottime ragioni il comico più simpatico e eclettico del momento ha finito per deludermi.

Checco è un trentenne pressocché disoccupato che vive in un piccolo paesino della meravigliosa Puglia. Sogna di diventare cantante e aspetta che Lui arrivi (Lui chi? Il successo). La ragazza lo molla perché lo crede un fallito e lui emigra a Milano dal cugino in cerca di riconoscimento artistico. Qui si innamora di chi sembra fuori portata, fa figure di tipica tamarragine vanziniana, e impara ad accettare diversità (secondo lui malattie) ostiche alla mentalità meridionale paesana (quanto luogo comune, quanta verità?). Il finale è smaccatamente e volutamente da favola, lei supererà le divergenze culturali, puntando tutto sul cuore d’oro e sulla simpatia del nostro Checco ed infine anche Lui arriverà.

Il film si lascia vedere senza eccessi di noia e la volgarità è sempre bonaria e non arriva ad infastidire. Il tutto ha il sapore ironico e autoironico che caratterizza l’autore. Quello che manca è quello che mi avrebbe stupito: un po’ di originalità, di brio, un pizzico in più di profondità. Lui ce l’ha e si vede, peccato non abbia avuto il coraggio o la capacità di esprimerla. Questo film non aggiunge nulla al personaggio, anzi, forse lo sminuisce un po’.
 
Regia di Gennaro Nunziante. Con Checco Zalone, Dino Abbrescia, Giulia Michelini, Fabio Troiano, Raul Cremona. Commedia, Italia 2009.
 
 

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