• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca Locale > Buttafuori assassinato ad Avigliana: il delitto motivato da ragioni di odio (...)

Buttafuori assassinato ad Avigliana: il delitto motivato da ragioni di odio razziale

Il romeno assassinato abitava a Rivoli con la famiglia ed era padre di una bambina di soli sette mesi. Ionut Cristian Birzu era da tutti considerato un brav’uomo. 

C’è l’odio razziale tra le principali ragioni dell’omicidio a sangue freddo di un giovane buttafuori romeno avantieri mattina di fronte alla discoteca Atlantic di Avigliana, la graziosa cittadina, in provincia di Torino, che si specchia nelle acque dei suoi due caratteristici laghi prealpini. L’Atlantic Club infatti è un locale notturno in cui ci si reca quasi esclusivamente per ascoltare musica moderna proveniente dalle parti di Bucarest ed è quasi sempre affollato da immigrati romeni, sono la comunità straniera più numerosa nel torinese, e dai loro amici italiani. Sono proprio loro, che hanno assistito all’efferato omicidio del buttafuori del locale Ionut Cristian Birzu, un brav’uomo trentaduenne che viveva con la moglie e la figlioletta di soli sette mesi nella vicina Rivoli, a rivelare che sicuramente dietro all’allucinante impeto omicida che ha portato due albanesi ad aprire improvvisamente il fuoco contro una persona disarmata ci sono senz’altro motivi razziali.
 
“Noi romeni siamo considerati, grazie ad una ben orchestrata campagna xenofoba contro di noi condotta da quasi tutti i mass-media italiani e certamente non solo quelli di destra ma anche e sopratutto quelli di sinistra, la peggior razza che mai abbia calcato il suolo italiano. Quest’atteggiamento di aperta ostilità nei nostri confronti accomuna italiani ed immigrati extracomunitari, soprattutto albanesi, ucraini e russi, che ci identificano tutti come zingari, stupratori, assassini e definiscono le nostre donne come meretrici. Quando importanti talk-show italiani, trasmessi in diretta su Raidue nel primo pomeriggio affermano che le nostre badanti mirano esclusivamente ad impossessarsi dei beni dei loro assistiti, compiono volutamente una campagna diffamatoria mirata ad additarci al pubblico ludibrio. Gli extracomunitari, albanesi in testa, ci dicono poi che noi siamo entrati nell’Unione europea senza meritarcelo e che veniamo in Italia solamente per rubare loro il lavoro. Tra questi ultimi poi è diffuso il pensiero che il governo Berlusconi abbia inasprito le norme contro gli extracomunitari per colpa delle nefandezze compiute da alcune mele marce della nostra comunità. E’ vero alcuni romeni hanno compiuto qui in Italia negli ultimi due anni reati odiosi e gravissimi ma in gran parte siamo una comunità che vive onestamente del proprio lavoro. Se ieri non avessimo fermato noi uno dei due assassini la giustizia italiana se lo sarebbe fatto scappare perché a chi volete che importi se hanno ucciso un padre di famiglia romeno?”. Questo l’amaro sfogo di buona parte della numerosissima comunità romena del torinese che si sente collocata all’ultimo gradino della scala sociale, dopo tutte le altre nazionalità straniere, e che a questo clima di disprezzo attribuisce molte delle motivazioni che hanno portato i due aggressori albanesi a fare impietosamente fuoco contro Birzu dopo che questi li aveva respinti dal locale un’ora prima. Sicuramente i due hanno covato sentimenti di odio e vendetta nei confronti del padre di famiglia che faceva solamente il proprio dovere tanto da decidere di lavare l’onta nel sangue.
 
Compiuto l’omicidio i due albanesi si sono immediatamente disfatti delle pistole, forse gettate nel vicino lago, e sono fuggiti. Uno dei due è stato catturato immediatamente dai connazionali della vittima presenti che lo hanno tempestato, nella colluttazione, di calci e pugni prima che i Carabinieri, nel frattempo sopraggiunti, lo sottraessero al linciaggio. Medicato all’ospedale di Rivoli è stato dimesso con una prognosi di trenta giorni. Oggi ha sporto denuncia contro i romeni asserendo di essere stato picchiato per rapina, di non aver sparato e che l’omicidio è da attribuirsi ad una faida interna alla comunità romena. Sarà sottoposto al guanto di paraffina per stabilire se abbia sparato o no ma intanto, in mancanza di prove, potrebbe essere scarcerato. I sommozzatori dei Vigili del Fuoco intanto stanno scandagliando il lago di Avigliana alla ricerca delle due pistole. Intanto una bambina di sette mesi in una casa di Rivoli sta attendendo un padre che mai più tornerà. 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares