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Brigatisti Monzesi delle Brigate Refusi

Proviamo a indovinare l’autore della lettera minatoria a B.

L’assenza dal web per qualche ora in più del solito non poteva allontanarmi da una chicca ormai più che pubblica. Davvero, non posso sorvolare sul terrificante comunicato delle Brigate Rivoluzionarie per il Comunismo Combattente. A Zelig, un tempo, mi pare di ricordare ci fosse un comico basso, tarchiato, pelato, romagnolo, che faceva l’assessore di qualcosa delle sue parti, farfugliando poco e male. Come favoletta, la faccenda a 5 stelle è stata amplificata a gole arrossate dal carrozzone informativo stanziato nei pressi di palazzo Grazioli. Disamina.

ASPETTA CHE TI SPIEGO.
La Corte Costituzionale ha fatto la sua scelta e siccome il Presidente del consiglio non vuole dimettersi, noi diciamo basta. Questa volta però siamo intervenuti non per fare esplodere bombe qua e là colpendo innocenti o uomini costretti con una pistola alla tempia a fare quello che hanno fatto, ma una vera e propria rivoluzione armata come quella di Cuba o soprattutto come hanno fatto i nostri partigiani dopo l’8 settembre del 1943. ecco perché diciamo al Premier di preoccuparsi, perché non saremo i soliti quattro gatti ma un vero e proprio esercito nazionale di resistenza e di liberazione che rovescerà questo governo arrivato all’estremo dell’illegalità a costo della nostra stessa vita e fino alla vittoria finale.

Rapido elenco delle espressioni bizzarre: siccome, qua e là, quattro gatti. Mood da camicia e maniche alzate, aperol soda. Divagazioni storicistiche scadentucce: rivoluzione armata come quella di cuba, vittoria finale. Assenza di sigari. Il foglio, ad averlo tra le mani, promanerebbe profumo di camera computer e brufoli, divx dei Griffin (il vittoria finale sa diStewie), home page su beppegrillo.it. Oppure, tesi 2, la più divertente: guardali lì, comunisti e sgrammaticati. Vergogna, vergogna, vergogna. Per chi ancora li vede, i sopracitati. Chi, di grazia? Ecco.

LET’S TALK ABOUT POLITIK.
Chiediamo agli ex compagni del Pd di non stare con le mani in mano e almeno di andare a manifestare in piazza con le altre forze politiche della sinistra parlamentare e non. Al Compagni segretari dei vari partiti comunisti, vogliamo dire che sappiamo benissimo che il vostro lavoro è antagonista al nostro ma siamo pronti a seguire due strade parallele, chi con la lotta di piazza e chi con quella armata: non vi sorprendete se molti compagni hanno deciso la seconda via perché se l’abbiamo fatto una volta, possiamo rifarlo anche una seconda e questo non vuol dire che il nostro lavoro non serva.

L’affare si fa politico. Azzardato, vertiginoso, il prefisso ex davanti all’apposizione compagni per parlare al Pd (cosa che restringerebbe il cerchio degli autori ad una sola persona – sempre quella). E le altre forze politiche della sinistra parlamentare a cui si fa riferimento, aggiungo? Chi? Di Pietro? Davvero un brigatista lo prenderebbe per compagno? O chi altri? Ardita, inoltre, la metafora delle vie parallele, evoluzione di quel partito di lotta e di governo che nelle BRCC odierne trascende all’arma bianca e in quella in technicolor. Ciò che non commento non l’ho capito, per intenderci.

COMPAGNO GIORGIO.
Ai compagni del sud-italia dove avete un doppio nemico, non vi preoccupate questa volta la lotta s’intensificherà in tutto il paese. Signor Presidente Napolitano a lei non abbiamo nulla da dirle se non quello di fare lo stesso appello a colui che dirige la stanza dei bottoni per evitare stragi di civili inermi (e non certo da parte nostra).
Al Dottor Bertolaso vogliamo rassicurarlo che da parte nostra, non saranno toccate nei combattimenti le zone della provincia dell’aquila e di Messina e tutte quelle dove ci saranno zone ad allarme ambientale.

Il sud-italia, chiamato in causa, parrebbe quindi oppresso al giogo di due padroni (a volergli bene, i signori intendevano forse riferirsi alla mafia). La perla dello stralcio rimane la seguente: il riferimento al presidente Napolitano, inappuntabile esecutore che trasvola (nel manifesto) dal ruolo di custode della carta a quello di garante della transizione rivoluzionaria. Gli è garantita una bonaria citazione, indulgente, quasi complice. Come se l’autore avesse fissato a parametro idealtipico nella sua testa la tesi inappellabile del presidente comunista, di sinistra. A voler seguire, insomma, i dettami del manicheismo berlusconiano (non è forse stato lui a definirlo di parte?). Grammaticalmente commuovente la rassicurazione a Bertolaso. Ennesimo indizio.

ALL’ARMI SIAM SINISTRI.
A tutti coloro che non sono comunisti ma neanche di destra o di centro che si sentono oppressi, sfruttati e soprattutto all’estremo della sopportazione di questo governo, chiediamo di unirsi a noi in questa lotta che porterà finalmente un futuro migliore per le prossime generazioni, con più finanziamenti alla scuola pubblica, alla sanità e soprattutto allo zeramento della disoccupazione, del razzismo e delle stragi sul lavoro e nell’ambiente.

Appello appello!, a tutti quelli che non sono comunisti (come noi, lo ricordiamo) ma anche a quelli di destra o di centro: zeriamo la disoccupazione. A questa non credo, qui c’è del dolo. O comunque, ancora, Berlusconi (ops..l’ho detta).

INTRIGO INTERNAZIONALE
Presidente Obama questa lettera è anche per lei. Non intervenite questa volta perché ce la caveremo da soli. Per quanto riguarda le basi Nato, se i suoi soldati le lasceranno liberamente, non sarà fatto loro alcun male ma sarà dato loro un lascia-passare per la Svizzera. Perché vogliamo ricordarle che il prezzo che dovranno pagare per la prima volta è stato coperto. Ora per noi sarete considerati forza di occupazione perché con il controllo dell’U.R.S.S. la Nato non ha bisogno di esistere e se un giorno riusciremo andare al potere la vogliamo avvisare che la nostra collaborazione cesserà e non solo per un fatto economico che la maggior parte della nostra popolazione non può più tollerare ma siamo sempre disposti al dialogo la porta è sempre aperta per questo.

Il controllo dell’U.R.S.S? Ho capito: crollato il comunismo, la Nato ha accomplished la missione. Ma il controllo? E i lasciapassare per la Svizzera? La lettera, dunque, si fa internazionale e lambisce le sponde americane. Obama, dice, fatti da parte e non inventarti un’altra Gladio. Per il resto mi spiace ma mi girano gli occhi, la carenza di virgole non riesce a farmi analizzare altro, se non con una risata non traslitterabile su tastiera (”disposti al dialogo”? Ahaha!). La visione della politica, comunque, resta in arcade, infantile più che dilettantesca. Poco partecipata, disinformata e priva delle radici che vanta malamente. Ovvero, lo stadio cognitivo tra l’infimo e il mediocre che caratterizza la cultura politica di Silvio Berlusconi.

RESA DEI CONTI.
A colui che si definisce capo assoluto della chiesa, non chiediamo appelli né altro ma solo di preparare le valigie perché il Vaticano per noi è come Guantanamo: la breccia di Porta Pia potrebbe essere “riaperta”.
Infine Berlusconi, Fini e Bossi, che consideriamo capo delle nuove camicie nere, se volete evitare un nuovo 8 settembre entro le 23.59 di venerdì 16 ottobre dimettetevi, lasciate la politica e il primo si consegni alla giustizia comune, perché in quella comunista la sentenza sarà inevitabile.

Raffinato il parallelo Guantanamo-Vaticano, senza dubbio. Ed è divertente che la notizia delle minaccia, a sto punto, fosse stata limitata ai tre e non allargata al santissimo padre. Il finale ha piu che altro dell’utopico, e il colore del giallo: perchè recapitarla a countdown espiato? Aggiungo: perchè al Riformista? Ho un’opinione, a dire il vero la solita: l’unico al mondo capace di ritenere il giornale di Polito una gazzetta delle sinistre è Silvio Berlusconi. Il solo, a poter scindere giustizia comune e giustizia comunista (come da lettera). L’unico a poter fregiare l’intestazione della lettera, col suo arcinoto cattivo gusto (vulcani domestici e farfalline bastano?), con la word art d’una stellina. E’ lui. Prendetelo.
U’

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