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Brandi Carlile, anima folk infuocata

"Give up the ghost", nuovo album della giovane cantautrice americana.

Il primo album, semplicemtente "Brandi Carlile", esce nel 2005 e sin da allora attira l’attenzione delle riviste specializzate, ma è nel 2007, quando un suo brano, "The story", viene utilizzato nella nota serie tv "Grey’s Anatomy", che Brandi arriva alla popolarità.

Oggi abbiamo un nuovo capitolo ad opera della giovane, bravissima (e anche bella...) cantautrice statunitense, cresciuta a suon di folk nella periferia di Seattle: "Give up the ghost".

Siamo nei dintorni del rock cantautorale, popolare, con uno spirito spiccatamente folk, che si fa apprezzare sin dai primi ascolti, ma che non delude ai successivi. Caratterizzato da una grandissima energia, una dirompenza rara. Brandi canta a squarcia gola, con una voce paurosamente melodica, ritmi concitati e coinvolgenti, istillandoci l’impulso a seguirla anche senza conoscere le parole. Disco ideale per accompagnarci in viaggio, lungo strade che sono il preludio di qualcosa che ancora non sappiamo.

Sin dalla prima traccia, "Looking out", capiamo il registro dell’intero album. Forte, gridato, eppure non privo di malinconia, di tristezza. Quest’esile Artista si impone con forza nel panorama dell’alternative rock senza timidezza e con una originalità rara per melodie che subito coinvolgono, senza alcun sacrificio in qualità.

"My dying day" è semplicemtene straordinaria. Una ballata per l’amore lontano, promessa di amore eterno. Un violino rende più struggente e drammatico qualcosa che ha già tutta la carica di chi non ha dubbi sui propri sentimenti, e sa come esprimerli.

Nell’album non mancano ballate più delicate, ed è qui che forse Brandi risulta meno originale, senza mai comunque cadere nel banale.

"Carolina" è irresistibile: impossibile non farsi coinvolgere.

Speriamo di vederla presto in Italia.

 7/10 

 

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