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Bono, Papi e il congresso di Vienna

Viene da dire “Poveri fessi! Come li invidio!”

Leggi le loro dichiarazioni, le domande che preparano, ti chiedi se davvero dicano ragionando o stiano ammazzando del tempo. Bono (U2) e Geldof (un sedicente rocker benefattore), una la carovana solidarista approda al G8 italico convinta di poter parlare ai cuori dei convintati. O quantomeno da pari a pari. Li invidi, a volte: sembra che a loro (loro stranieri, loro “artisti”, loro ricchi, loro “rockers”, loro “teste di cazzo”, loro “premi Nobel”… i “loro” che volete), per una qualche ragione, sia concesso di parlare di cose davvero imporatnti, o perlomeno non di erezioni ceke e feste campane.

Tra le richieste un evergreen: aumentare gli aiuti all’Africa. E hanno pure avuto il coraggio di chiederglielo, a B. Pensate: è andato a spiegare a Geldof che sì, non abbiamo fatto abbastanza, ma è colpa dell’eredità di Prodi.

Davvero, fegato! Eppure in giro a raccattare, coppola in mano, ci vanno. Viene da chiedersi ancora, se è concesso, se quei due non siano ambasciatori di un Imperatore Macumba alla ricerca di liquido da investire in armi. Perchè questo succede, qualunquismo non è. “Qualunquista” è questa offesa (solo quella in grassetto): i simpatici idioti capiranno mai che la strada maestra non è il pesce in regalo ma il metodo per costruire la canna da pesca (il cosiddetto “empowerment“)? Sapranno rendersi conto dell’importanza che può avere, su popolazioni altrimenti inermi per colpa dei loro dittatorelli, l’insegnamento di un’attitudine alla costruttività, l’apprendimento di tecniche e metodi che il cibo e il denaro aiutano a procacciarlo e non a elemosinarlo?

No, è evidente che in occidente il metro di giudizio sia il petroldollaro, la moneta, l’interesse. E con essa misuriamo le cose, con questa lingua soltanto sappiamo parlare. Cose nobili, sia chiaro. Argomenti focali, sfide da affrontare e propugnare a muso duro e mente aperta. Ma. Ma, per darvi prova della fanghiglia nella quale siamo sprofondati, vi porgo al cospetto di queste “global issues” che – giustamente – devono essere sollevate in vertici siffatti (per quanto inutili nella loro pomposità retorica e autoconservativa in stile Congresso di Vienna, per citare Bocca), le questioni che tengono, o dovrebbero tener banco in Italia.

Pare certo: domani avvisi di garanzia, foto, divorzi e minorenni nude e derby persi come piovesse. Si convoglieranno, una sola dinamica energia devastatrice, a colpire lui: la “perenne notizia del giorno globale” dopo Jackson che in Italia in tanti chiamano “Papi”. La stampa estera, questa iena, tra culo e vignette trova persino il tempo di affrontare il caso Berlusconi-Riina. Perchè – direte: c’è un caso?

Silvio Berlusconi sarebbe entrato in politica dopo le minacce subite da Cosa nostra con la richiesta di mettere a disposizione della mafia una della sue reti televisive“.



A farla breve, l’Indipendent (da cui è tratto il sopracitato stralcio), incuriosito, chiede lumi a Ingroia (Procuratore Aggiunto di Palermo). E’ possibile, domanda?
“Non solo credo che sia possibile che Berlusconi sia entrato in politica per questa ragione, credo sia probabile. Credo che volessero un canale che screditasse i magistrati e le loro indagini“.

La lettera (quella di cui v’abbiamo ampiamente parlato), tra l’altro, testualmente:
“[...] intendo portare il mio contributo (che non sarà di poco) perché questo triste evento non ne abbia a verificarsi. Sono convinto che questo evento onorevole Berlusconi vorrà mettere a disposizione una delle sue reti televisive”.

Il “triste evento“è l’altrimenti tipico dei film di mafia, e ve ne abbiamo già parlato: Piersy mozzo in piazza Duomo.

L’”onorevole” lascia presupporre un alveo di tempo riconducibile alla sua prima presidenza.

L’Indipendent sposta lo sgurado. Capirete, miei cari guitarreri terzomondisti: in Italia ne abbiamo da scegliercene, di rogne. Se poi ad interessarvi è la banconota e non la sua provenienza, allora prego: a tavola. Per questo ammettevo d’invidiarvi: è come concordare con Hu Jintao sui diritti umani e civili e sapere che in quello stesso momento, in Cina, la repressione sfavilla..Capisci?

Il fatto, comunque, ha varcato le Alpi. Che qualcuno, sempre all’estero (da queste parti è dura), possa incrozzarcisi? E che questo qualcuno approfitti del G8 per farne domande da sudori freddi? La risposta è sì, ma varrà 2 di briscola: agli stranieri “Il Padrino” è sempre piaciuto. Gli U2 gli preferiscano “Radici“: gusti.
U’

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