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Berlusconi: volgarità e menzogne da Bonn

La corsa verso il regime continua.

Chi crede che un moderno regime fascista possa ripresentarsi, ai nostri tempi, con manganelli e olio di ricino e che la sola ipotesi di una tale sciagurata deriva sia da considerarsi ridicola e remota è a mio avviso o cieco o in malafede. Lentamente, ma inesorabilmente è proprio verso qualcosa di molto simile a un regime che sta scivolando il nostro paese.
 
Il disegno che potremmo, questo sì (non quello dei magistrati), definire eversivo va avanti giorno per giorno con una strategia studiata a tavolino e portata avanti con audace e aggressiva protervia. Dico studiata a tavolino perché ogni volta che l’opposizione fa qualche accenno a voler instaurare un minimo di collaborazione parlamentare, (in giornata erano stati ritirati molti emendamenti alla finanziaria nella speranza di poterla discutere ed evitare il voto di fiducia) si trovano il modo e il luogo per raffreddare gli approcci.
 
Ieri a Bonn, il monarca campione di volgarità e tracotanza, ha ancora una volta latrato le sue accuse calunniose contro tutti coloro che, facendo il proprio dovere istituzionale, si oppongono allo sfascio totale della civile convivenza: Corte Costituzionale, magistratura, Presidente della Repubblica e opposizione. Tutto questo detto e fatto in un contesto internazionale e facendo ricorso a un vanaglorioso turpiloquio indegno di un capo di governo.
 
E poi si lamenta di come lo tratta la stampa estera.
 
Ha inoltre avuto la faccia tosta, lui che è capo di un governo che ha mortificato il Parlamento esautorandolo con un inaccettabile numero di voti di fiducia, di affermare che i giudici della Consulta bocciando il lodo Alfano avrebbero espropriato le camere. Questa improvvisa attenzione per il Parlamento della Repubblica espressa da colui che in un anno e mezzo di governo, ha manifestato, avvilendone ogni prerogativa, un costante, spocchioso disprezzo è davvero vomitevole.
 
Ma perché questo anomalo premier che buona parte degli italiani continua inspiegabilmente ad apprezzare attacca a testa bassa tutte le istituzioni della repubblica? Perché a ogni accenno di rasserenamento dei rapporti si spende per accendere gli animi?
 
Perché per fare quello che ha in mente, cioè sconvolgere la costituzione, gli necessita un clima arroventato. I provvedimenti che vuole realizzare devono sembrare generati dalla necessità di opporsi a un attacco, quell’attacco che egli, nelle sue deliranti farneticazioni, chiama il disegno eversivo messo in atto da magistrati comunisti. Tutto questo per mascherare che il vero scopo è quello di annientare gli organi di controllo previsti dalla costituzione e sottrarsi ai processi.
Ma, riflettendoci bene, chi è eversore colui che sconvolge le leggi aggiustandosele a comodo proprio nella speranza di perpetuare la propria posizione di potere o coloro che, come i magistrati, applicando quelle leggi che sono e devono essere uguali per tutti, come è scritto in tutti i tribunali della repubblica, fanno semplicemente il proprio dovere?
 
A questa domanda penso non sia necessario rispondere.
 
 

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