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Berlusconi e la democrazia malata

Il governo di Silvio Berlusconi è il risultato di un sistema democratico malato. Se abbiamo a cuore il futuro del nostro paese, occorre quindi focalizzarsi sulle cause, non sugli effetti del problema.

Il nostro presidente del consiglio ripete continuamente che è stato eletto dal popolo. Questo tipo di legittimazione ne farebbe l’interprete della volontà degli italiani. Messa così, sembrerebbe un potere assoluto, non contestabile ad esempio da altri poteri, come quello giudiziario, che mancano di questa investitura popolare. Un potere che consente anche di cambiare le regole del gioco. Questo tipo di ragionamento, oltre ad essere quantomeno discutibile, dovrebbe indurci a riflettere sullo stato di “salute” della nostra democrazia.

Ilvo Diamanti, su Repubblica, ci ha ricordato che, anche se il nome del candidato alla presidenza del consiglio è indicato sulle schede, gli italiani votano ancora per un partito e non direttamente per il premier. E’ una pura sottigliezza? Non tanto. Alle ultime elezioni il popolo delle libertà, che è il partito che s’identifica con Berlusconi, ha ottenuto il 37,4% dei voti validi, corrispondente al 28,9% degli aventi diritto. Potremmo quindi dire che il nostro eletto dal popolo rappresenta meno di un terzo della popolazione italiana. Probabilmente meno di un quarto, se consideriamo che l’insieme degli aventi diritto non include tutta la popolazione italiana. Se poi ne interpreti la volontà, è tutt’altro discorso.

La limitazione al Pdl, come spiega sempre Diamanti, deriva dal fatto che gli elettori della Lega Nord « (…) non hanno votato per Berlusconi. Visto che al Nord la Lega ha sottratto voti al Pdl, di cui è alleata e concorrente» (citazione da LaRepubblica.it). Pertanto, l’attuale governo è legittimato da una maggioranza relativa e non certo da un’investitura popolare. Chiarito questo, si può discutere del perché la nostra democrazia potrebbe essere malata.


Una democrazia sana dovrebbe portare al governo le persone più capaci. Questo perché degli elettori sani dovrebbero eleggere i candidati più promettenti e, nel tempo, dovrebbero sanzionare quelli che non si sono rivelati all’altezza delle aspettative. Un sistema di partiti sano dovrebbe riflettere questo meccanismo operando una selezione meritocratica al suo interno e affidandosi al giudizio dei propri iscritti. Presupposto perché tutto questo funzioni è che i cittadini vengano adeguatamente informati dai mezzi di comunicazione di massa. La corretta informazione, include anche la spiegazione in termini semplici, comprensibili anche a chi non ha una formazione specifica, delle principali questioni oggetto di dibattito civile e politico.

Vi sembra che qualcosa di tutto questo avvenga in Italia? Ai vertici dei principali partiti politici, vedete individui selezionati con un processo democratico o in qualche modo meritocratico? Vi sembra che la nuvola rumorosa, prevalentemente incentrata sui pettegolezzi e le illazioni, che caratterizza la stampa e la televisione italiana consenta una adeguata informazione? Vi sorprende che tanti cittadini abbiano un rapporto di rassegnato distacco, quando non si tratta di disprezzo, nei confronti del sistema politico?

Il governo di Silvio Berlusconi è il risultato di un sistema democratico malato. Se abbiamo a cuore il futuro del nostro paese, occorre quindi focalizzarsi sulle cause, non sugli effetti del problema. Demonizzare un individuo ha il solo effetto di aumentare il rumore e la confusione, di portare il dibattito sul livello di tifoserie calcistiche, invece che sulla strada di una discussione costruttiva. Esistono dei segnali positivi. Siti come Lavoce e ilFatto propongono un’informazione chiara e obbiettiva. Le primarie del PD, peraltro fenomeno recente, sono un timido tentativo di introdurre un meccanismo democratico all’interno di uno dei principali partiti italiani. Come cittadini, dovremmo incoraggiare questo tipo di realtà e investire qualche minuto in più del nostro tempo prima di andare a votare. Ricordarci che votiamo tutti i giorni, scegliendo se e cosa guardare alla televisione, quali riviste e quali prodotti comprare. Potremmo insomma assumerci qualche responsabilità, invece di lamentarci in modo sterile.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.184) 9 novembre 2009 11:35

    La storia de La "febbre" del Tribuno insegna che il potere legittimato in nome del popolo cerca di imporre (a tutti) le proprie regole e debolezze. Nel paese de Il Barbiere ed il lupo il consenso è figlio della paura e la paura porta a fare cose davvero strane. La democrazia è quella delle Voci dentro l’eclissi di uomini esempio di rigore, responsabilità e impegno civile. (questo e altro http://forum.wineuropa.it )

  • Di Giuseppe Caglioti (---.---.---.137) 9 novembre 2009 18:44
    Giuseppe Caglioti

    Penso anch’io che il problema democratico in italia sia una vera emergenza. Il problema è che al potere non c’è una classe di politici direttamente eletti dal popolo. Nel Pdl chi sceglie i candidati è il padre padrone del partito, nel Pd la segreteria.
    Per far partecipare il "démos" al "kràtos" ci vuole un’investitura dal basso, ossia ripristinare veramente le vecchie sezioni che si occupino di creare consenso dalla base della piramide fino al vertice. Deve essere il popolo a scegliere i propri candidati, che dopo due legislature dovrebbero andarsene rigorosamente a "casa".
    Sono d’accordo che berlusconi sia il prodotto di un sistema malato, chiamarlo democrazia però è una forzatura a pensarci bene! Grazie

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