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Arando fra zolle d’italianità

Per Natale, all’ingresso della mia città provenendo da Brindisi, è stata allestita, sospesa in aria, a media altezza, e quindi con il massimo impatto visivo, una grande stella cometa, sprizzante luminosità dal colore caldo e accogliente. Ormai, è abbondantemente trascorso il periodo delle feste e, però, lo speciale addobbo si trova ancora lì, a questo punto del tutto fuori tempo e fuori luogo, segno, più che altro, di mera noncuranza e trascuratezza da parte di qualche addetto ai lavori.
 
A Milano, più single che famiglie, per la precisione 347.651 nuclei, pari al 50,6% del totale, composti di una sola persona. Saranno pure molteplici e variegati i motivi e le cause a monte di siffatta realtà, nondimeno, che tristezza per così tanti usci silenziosi, per mura domestiche fra cui non riecheggiano vocine di bimbi e, addirittura, orfane di abituali scambi d’affetto, d’amore e di passione!
 
Un’ex cieca, da lungo tempo titolare, in quanto tale, di un assegno pensionistico, ha prodigiosamente riacquistato la vista recandosi in pellegrinaggio a Lourdes. La “miracolosa” guarigione è stata certificata dai medici del celebre Santuario mariano, eppure l’INPS rifiuta di non considerare più invalida l’interessata, la quale adesso guida anche l’auto. Codicilli burocratici a parte, non si tratta di una stranezza da superare senza indugi?
 
Crollano i BOT, i rendimenti netti per le brevi scadenze sono giunti ad una soglia sottozero, ciononostante eserciti di italiani seguitano a sottoscriverne, dimostrando fiducia nello Stato. Come non rammentare i periodi, per niente lontanissimi, durante i quali, sebbene corressero tassi di remunerazione a due cifre e nettamente competitivi rispetto ad investimenti alternativi, si nutriva esitazione a riporre i propri risparmi in titoli governativi, per paura di consolidamenti, bancarotte o robe del genere?
 
Una cinquantina d’anni fa, all’interno di un autobus urbano che ero solito adoperare per recarmi al lavoro, campeggiava una locandina pubblicitaria recitante “Ditta Maria L.G.C. – Elettrodomestici delle migliori marche – Vendite anche per contanti”. Una stranezza? Nient’affatto, allora, inizio della fase di boom economico, vigeva praticamente la regola che gli italiani firmassero tonnellate di cambiali, beninteso prendendo prima le misure in rapporto alle entrate personali e/o familiari, per pagare a rate la casa d’abitazione e i primi e strettamente utili elettrodomestici. I meno abbienti arrivavano a “fare” cambiali anche di 2.000/3.000 lire mensili; ad ogni modo, esisteva una sorta di seconda regola, vale a dire che, a costo di dover seriamente stringere la cinghia, quegli impegni bisognava categoricamente onorarli.
 
Oggi, di cambiali non ne circolano più, ma gli acquisti a debito, con ricorso, cioè, al cosiddetto “credito al consumo”, non solo permangono, ma risultano sensibilmente cresciuti; la differenza, in confronto ai tempi andati, è che, attualmente, tali operazioni riguardano anche beni e oggetti non necessari, se non completamente voluttuari e inutili. E, secondo le statistiche, le insolvenze sono sensibilmente aumentate.
 
Si è andati avanti o indietro?

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