• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Appelli e petizioni. Lodi & affini. Società civile e militare (...)

Appelli e petizioni. Lodi & affini. Società civile e militare protezione

Per cercare di risvegliare un decoroso senso di giustizia e di legalità ci si appella a chi s’è fatto re d’iniquità manifesta dopo essersi fatto uomo di successo con la presunta illiceità d’atti. Tuttavia, nel firmare il nobile appello d’un coraggioso scrittore si potrebbe commentare: “Sventurata la terra che ha bisogno d’eroi”.
 
Dopo sette mesi di permanenza nelle tende, per veder considerato “irriducibile” il sacrosanto diritto a non essere deportati lontano dalla propria città ferita, hanno dovuto fare una petizione al Presidente della Repubblica. Forse, nelle istituzioni c’è chi abiura la dottrina di solidarietà e d’assistenza con i più bisognosi e professa fede solo nella politica del fare ciò che aggrada al sovrano difensore d’atavici e nuovi privilegi.
 
L’attenzione prevalente viene riservata al fare di chi s’è fatto da sé aggirando le norme che dovrebbero vietare a chiunque privilegi d’ogni tipo. Al fare in modo che rientri dalla finestra, anche se appena uscita dalla porta principale, la negazione del principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Al fare opposizione cercando d’attenuare le plurime ragioni di discriminazione contenute in nuovi lodi che resterebbero viziati da plurimi motivi di incostituzionalità anche se fossero approvati con la procedura delle “convergenze parallele” che solo l’ipocrisia ex-democristiana può ritenere costituzionale. Per lasciare fare la politica del fare mirabili annunci quotidiani mentre fanno sporadici fatti gabellati come “miracolosi”.
 
Allora, dobbiamo dire: “meno male che Saviano c’è”. Meno male che la società civile sa ancora reagire alla indecorosa assenza politica di certi politici da troppo tempo in tutt’altre faccende affaccendati. C’è ancora il ricorso al voto e ci sarebbe la “piazza” ma, si teme quello e si demonizza (o si dimentica) questa. Pertanto, ognuno con maggior senso civico ricordi che ci rimane l’agorà.
 
Su AgoraVox Italia abbiamo scritto e letto molto su quanto la Protezione civile ha fatto a L’Aquila, ma ora sembra sia calato il sipario su certe vicende e quasi appare trascurabile che la “militarizzazione” delle operazioni post terremoto non sia per nulla in attenuazione, anzi venga accentuata proprio con la copertura di certe Amministrazioni locali. Pertanto, sembra opportuno riprendere il discorso rammentando:
 
a) la Protezione civile doveva dare le chiavi di casa a 1000 nuclei familiari già entro settembre, ma alla fine del mese solo 400 famiglie hanno stappato la bottiglia di spumante dimenticando sia la casa distrutta sia la semestrale permanenza nelle tende o negli alberghi. Altre famiglie aspettano ancora la chiamata di Bertolaso & Cialente a beneficiare del “miracolo” a rate posticipate;
b) quella dei Comitati cittadini è quasi l’unica voce che difende ancora i diritti di chi rimane nelle tende perché “irriducibile” vuole sia considerato soltanto il proprio sacrosanto voler partecipare, in prima persona, alla ricostruzione vera e quindi non accetta d’essere deportato ad abitare in luoghi altri da quelli dove ha lavoro, studio ed affetti;
c) tra chi ha assaporato il “miracolo” delle case dei c.a.s.e. ci sono alcuni che hanno dovuto lasciarle a seguito di verifiche delle verifiche sulla consistenza della propria situazione familiare e dello stato di inagibilità (poi improvvisamente e misteriosamente mutato) della propria abitazione;
d) Nelle istituzioni (Regione-Protezione civile) si discute ancora sul che fare per iniziare finalmente a ricostruire, con le “pietre”, anche le attività nei centri storici;
e) la rimozione di un milione e mezzo di metri cubi di macerie non procede come dovrebbe;
f) le famiglie degli studenti medi lamentano varie difficoltà nel regolare svolgimento dell’anno scolastico sia per l’inadeguatezza delle strutture (in particolare dei M.U.S.P.) sia per il disagio d’accessibilità delle stesse dai luoghi della propria residenza o provvisoria o coatta;
g) gli universitari non trovano alloggio a prezzi adeguati perché s’e trascurato d’impedire il mercato nero d’ogni cosa necessaria alla sopravvivenza e dell’affitto d’ogni casa ancora disponibile;
h) la mancata trasparenza nell’assegnazione delle case antisismiche nelle 19 new town in via di costruzione non permette d’archiviare la guerra tra poveri innescata tra la gente dalle scelte della Protezione civile.
 
Oggi, appare evidente soprattutto la scarsa disponibilità di nuove sistemazioni rispetto alle necessità di chi ha la casa ancora inagibile. La Protezione civile ha imposto la costruzione di case costose e “durature” al posto di quelle richieste dai Comitati cittadini e già utilizzate in altre occasioni che, in quanto provvisorie e “rimovibili”, sarebbero state accessibili in tempi assai contenuti. Così, con i costi, sono lievitati enormemente anche i tempi d’attesa di coloro che hanno dovuto sistemare nelle tende, finché è sembrato accettabile a qualcuno, e negli alberghi, fino a quando conviene ad altri. Questo doveva essere ilmodello di ri-costruzione e così, bene o male, è stato fatto. Tutto doveva apparire fatto bene ed in fretta.
 
Conosciamo la realtà e vorremmo mostrarla per scongiurare, almeno, la reiterazione del decantato “modello” abruzzese a Viareggio, a Messina e ad Ischia. Da Arischia dovrebbe partire un tour illustrativo delle 19 lottizzazioni residenziali (conosciute come new town) permettendo conoscenza e discernimento anche a chi, non avendo diretto accesso a questi luoghi, potrebbe credere ancora nel sommo “miracolo” del sovrano.
 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares