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 Home page > Attualità > Politica > Anche contro la mafia, meno male che Silvio c’è

Anche contro la mafia, meno male che Silvio c’è

«Se trovo chi ha fatto le nove serie de La Piovra e chi scrive libri sulla mafia che ci fanno fare una bella figura, lo strozzo».

Il nostro Presidente del Consiglio ha annunciato nuove querele nei confronti del quotidiano la Repubblica, reo di aver sostenuto che era coinvolto nelle indagini sulle stragi mafiose del 1993 (vedi articolo di Bolzoni e D’Avanzo). Inoltre, durante l’incontro con i giovani del PDL a Olbia, ha sentenziato letteralmente:
«Se trovo chi ha fatto le nove serie de La Piovra e chi scrive libri sulla mafia che ci fanno fare una bella figura, lo strozzo».

Siamo tutti molto grati al nostro beneamato Presidente per gli sforzi fatti, non solo contro la mafia, ma anche a tutela dell’immagine del nostro Paese nel mondo. Il suo pregio più grande resta comunque l’impareggiabile e ormai universalmente noto senso dell’umorismo.

Come deve sentirsi chi ha subito l’uccisione di un familiare o di un amico da parte della criminalità organizzata, sentendo il Presidente del Consiglio dire che i libri e film sulla mafia ci fanno fare «brutta figura» nel resto del mondo? Brutta figura? Brutta figura ci fanno fare, invece, le vicende personali e giudiziarie del nostro Premier, non vale neanche la pena di ripeterlo. Anche perché quelle sono accuse ignobili dei comunisti.

Le parole del premier suonano come un vero e proprio schiaffo, una tragica beffa che si aggiunge al danno che quotidianamente milioni di cittadini onesti sono costretti a patire, affrontando da soli la peggiore tra le piaghe che affliggono il nostro Paese. Un insulto rivolto non solo a chi è vittima diretta della criminalità organizzata, ma a tutto il Paese, che deve pagarne il prezzo in termini di minore crescita e sviluppo economico.

Il copione è già scritto, i familiari delle vittime della mafia e coloro che conservano un barlume di decenza risponderanno alle affermazioni di Berlusconi. L’opposizione farà sentire (poco e male) lamenti di protesta sparuti e non coordinati. Alla manifestazione “No B Day” ci sarà nuova materia per slogan e striscioni. Poi magari verranno le smentite e delle rettifiche. Non ha detto veramente così, oppure non voleva dire quello e tanto comunque i media sono in mano ai comunisti.

 
 
 
 
 

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.189) 12 dicembre 2009 17:44

    I fratelli Graviano hanno smentito Spatuzza. Chissà perchè dei "mafiosi convinti" avrebbero dovuto confermare le rivelazioni di un "pentito" (spia) di mafia. Nessuno degli uomini delle VOCI dentro l’ECLISSI avrebbe mai pensato e ancor meno pronunciato (in sede internazionale) le accuse rivolte da SB ai massimi organi di garanzia dello Stato. Poca cosa in confronto alla vergogna dei rifiuti di Napoli o delle "insinuazioni" della stampa eversiva o delle iniziative di magistrati politicizzati. Nel mondo finanziario e imprenditoriale il successo si fa con "pelo sullo stomaco" e "appetito da pescecane". Imporre le proprie regole e interessi personali è solo effetto della FEBBRE del TRIBUNO che parla in nome del popolo sovrano ... (x altro => http://forum.wineuropa.it

  • Di carlo aragonese (---.---.---.231) 12 dicembre 2009 21:32
    carlo aragonese

    Bè a Sciascia, il narratore che sapeva scrivere di mafia senza utilizzare il termine mafia, gliene hanno detto di tutti i colori: persino di recente il sapiente signor Camilleri dice che con il "Giorno della civetta" non s’è fatto altro che dar spazio alla mafia. Camilleri, per me un opportunista scrittore, uno che si serve del dialetto siciliano per farsi bello, un dialetto che usava D’Arrigo meglio di lui nel primo ’900, scrive da cani, di quelli che abbaiano, e a Sciascia non gli può che lustrare le scarpe. Leonardo Sciascia non s’è fatto bello scrivendo di mafia come per esempio fa attualmente Camilleri sfruttando il vernacolo, Sciascia ha raccontato come erano fatti i siciliani di allora, siciliani quasi uguali a quelli di adesso. La differenza dal sapere che tipo di siciliani ci sono ora, è che non abbiamo più Sciascia: ahimé, abbiam Camilleri.

    • Di Massimo Famularo (---.---.---.114) 15 dicembre 2009 15:41
      Massimo Famularo

      La storia della letteratura ha dato il giusto apprezzamento all’opera di Siciascia, non vale la pena soffermarsi su quelli che non sono capaci di riconoscerla.

      Quanto a Camilleri, non è tra i miei favoriti. Ai posteri l’ardua sentenza sul suo lavoro.

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