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Amor Sacro ed Amor Profano

A quale amore si riferiva il premier quando parlava di amore che sconfigge l’odio?

Amor Sacro ed Amor Profano è il titolo di un famoso quadro del Tiziano (Vecellio) custodito presso la Galleria Borghese di Roma. Nella simbologia del quadro, verrebbe subito da pensare che la figura vestita a sinistra rappresenti l’Amore Sacro, per la sua aria mite e composta, vestita di tutto punto, mentre l’altra figura nuda a destra dovrebbe rappresentare l’Amore Profano. Un giudizio logico e naturale in base alla morale cristiana. Ma non era affatto a tale morale che Tiziano si ispirava ed intendeva illustrare. Una interpretazione corretta può sgorgare solo dall’attento esame delle differenze fra le due figure femminili: nell’abbigliamento, nei colori, nello sfondo, nella posizione, nel gesto e nel contrasto tra scrigno e bacile. Occorre innanzitutto tenere presente che nell’antichità la nudità era considerata simbolo di purezza, di genuinità, di virtù, di candore, e soprattutto di assenza di finzioni (pura verità e nuda verità sono tuttora sinonimi). Quindi l’Amor Sacro è raffigurato nudo, mentre l’altro, quello Profano, è vestito sontuosamente in quanto sono appunto gli abiti e l’acconciatura i più importanti artifici a cui ricorre l’Amor Profano. Ora ci chiediamo, a quale amore si riferiva il premier quando parlava di amore che sconfigge l’odio? Il termine amore viene spesso anche utilizzato per definire l’intensa passione per qualcosa (un’attività, un oggetto) o come forma di dedizione totalizzante a un’idea. Oppure il gesto della condivisione disinteressata di qualcosa di proprio con un altro, è solitamente inteso come un gesto d’amore.
 
Finita la convalescenza si è materializzato il pensiero del premier, trattasi di amor proprio e un amore di finzione teatrale verso gli altri, per la protezione dei suoi interessi personali. Quindi un amor profano! Nel libro "Pazzi d’amore", Frank Tallis riporta gli studi della psicologa Dorothy Tennov intorno al fenomeno della Limerence. La Limerence sarebbe lo stato ossessivo, l’idealizzazione irrazionale e l’intenso desiderio di essere ricambiati. Seguendo questa traccia il premier si ama di suo perché appagato dell’amore dei suoi elettori. Quindi quando parla d’amore che sconfigge l’odio non si riferisce a qualcosa di proprio da spartire con un altro ma, qualcosa di suo da far proteggere dall’amore di altri. Tutto quello che fa e propone è in funzione del suo smisurato ego. Lui non ama, vuole essere amato. Lui è vestito, “ingannevolmente”, come nel quadro di Tiziano. Dall’amore degli altri trova la forza per ordire qualunque cosa. Ed ecco svelato il vero pensiero di Berlusconi! Non l’amore sacro, come erroneamente verrebbe interpretata la figura con aria mite vestita a sinistra e come vorrebbe far intendere il premier e la morale di molti italiani.

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