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Alessandro Sallusti fa autorete

Non sono un giornalista di professione, scrivo qualche riga ogni tanto un po’ per passione e molto perché ritengo che in un momento così buio per il nostro paese tutti coloro che hanno la possibilità di dire o fare qualcosa che possa scongiurare il pericolo della deriva autoritaria verso la quale la maggioranza che ci governa ci sta conducendo, hanno il categorico dovere di farlo.
 
Oggi, fateci caso, la maggior parte dei professionisti che lavorano per la carta stampata partecipa anche ai dibattiti televisivi correndo freneticamente da un’emittente all’altra. Spesso questo agitato rimbalzare non è la conseguenza di un sacro fuoco che arde per la necessità di informare gli spettatori su quanto accade nel paese, ma è fatto più per difendere ciecamente la parte politica cui si appartiene e attaccare a testa bassa la parte avversa. Siamo purtroppo in un paese spaccato e la responsabilità di questa sciagura che quotidianamente ci affligge è per il 90% da attribuirsi al presidente del consiglio e ai suoi guai giudiziari.
 
Per fare al meglio, questa duplice attività giornalistica che ha finito col degradare sempre di più una meravigliosa professione che è stata per decenni un faro culturale e della quale hanno fatto parte fior fiore di intellettuali, non basta essere scaltri, ma bisogna essere anche intelligenti altrimenti si finisce come fa Sallusti (vice-direttore de “Il Giornale”), per darsi la zappa sui piedi.
 
Il succitato giornalista ha scritto ieri mattina un articolo su De Benedetti e nel tentativo di metterlo sullo stesso piano di Berlusconi ci dice che anche l’ex manager dell’Olivetti ricevette nel 1993 un avviso di garanzia, ma non essendo stato trovato in casa, tre giorni dopo si presentò in tribunale per farsi interrogare. Finì poi in cella e successivamente ai domiciliari per poi essere, dopo qualche tempo, definitivamente scagionato.
 
Come fa Sallusti a non capire di aver fatto autogol? .E’ proprio quello che dovrebbe fare il suo padrone: presentarsi davanti ai giudici e farsi giudicare. Senza volerlo il nostro vicedirettore ha rimarcato l’esatta differenza di comportamento tra un uomo di centro-sinistra e uno di centro-destra.
 
Volete un altro esempio? Marrazzo, senza responsabilità di carattere penale, si è dimesso e Cosentino è ancora al suo posto.
 
Ma sentite cosa combina il nostro vicedirettore nel prosieguo dell’articolo.
“Il corriere della sera” presso cui lavorava, lo spedì a Ivrea ad intervistare l’”ingegnere” che, stando a quanto asserisce il Sallusti, non gradiva i giornalisti con la schiena diritta come lui. Il bravo e promettente giovane portò a termine l’intervista, ma l’industriale, a suo dire, gli suggerì le domande e gli sforbiciò l’articolo e alla fine cosa fece questa grande penna del giornalismo italiano? Firmò il pezzo e “Il Corriere” lo pubblicò.
 
Alla faccia della schiena diritta! Ma questo brav’uomo si rende conto che vuole dire una cosa e finisce col dirne un’altra? Ma come, dico io, sei uno tosto e permetti che ti si impongano le domande e ti si corregga l’articolo?
 
Era giovane e inesperto potrà giustificare qualcuno.
Ma non è forse da giovani che solitamente si è più intransigenti e meno disposti ad accettare compromessi? Si, ma Sallusti è l’eccezione che conferma la regola.
 
Basta,mi fermo qui. Non voglio infierire su quest’aquila del giornalismo italiano: mi dispiacerebbe se Feltri scrivesse un articolo per farlo epurare. Il pane non si sottrae a nessuno, nemmeno a chi fa la carriera al rovescio passando dal “Corriere” al “Giornale”.
 
In conclusione, devo ammettere a merito del vicedirettore che la sua intelligenza e soprattutto la perfetta verticalità della sua schiena gli hanno permesso di trarre profitto dalla triste esperienza che egli stesso ha voluto raccontarci. Oggi, infatti, egli non lascia correggere ad alcuno i suoi articoli, nemmeno a Berlusconi. Li scrive direttamente come vuole lui.

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