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Accordo Fiat-Chrysler. Ok dalla Corte Suprema

Il temuto rinvio della vendita degli asset della compagnia di Detroit a Fiat è stato scongiurato dalla Suprema Corte Usa la quale, in una motivazione di due pagine, rende di fatto definitivo l’accordo.

Il ricorso al massimo organo giudiziario degli Stati Uniti era stato presentato da tre fondi pensione dell’Indiana, i quali chiedevano il blocco della vendita a Fiat.

Questi fondi erano gia stati sconfessati dalla Corte di Appelo federale, che aveva respinto il ricorso, ma che aveva dato la possibilità di presentare una nuova istanza alla Corte Suprema.

Il pericolo maggiore derivava dal fatto che se una decisione non fosse giunta entro il 15 giugno, allora il Lingotto avrebbe potuto anche tirarsi fuori dall’operazione, che ha visto sia Fiat che il Dipartimento del Tesoro americano, spendere molte energie nei mesi passati.

Nei giorni scorsi anche l’amministrazione Obama ha chiesto alla Corte di pronunciarsi non solo al più presto, ma anche in senso favorevole all’accordo.



I "fondi dissidenti" vantano un credito nei confronti della casa di Detroit pari a 18 milioni di dollari, e dall’accordo ricaverebbero una cifra pari almeno a 12 milioni.

Secondo i giudici supremi americani, come si legge nella sentenza, i ricorrenti (fondi dell’Indiana) non hanno risposto all’obbligo di "portare l’onere" di dimostrare che la Corte Suprema doveva usare il proprio potere discrezionale e sospendere la vendita di Chrysler.

Soddisfatta la Casa Bianca, come riporta l’agenzia "Reuters" : <<Siamo lieti che l’alleanza Fiat-Chrysler possa ora andare avanti, permettendo a Chrysler di riemergere come produttore automobilistico competitivo ed efficiente>>.

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