• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca Locale > A Torino i primi due controllori non italiani ma con cittadinanza europea: (...)

A Torino i primi due controllori non italiani ma con cittadinanza europea: sono romeni

Sinora i dipendenti dell’azienda di trasporto cittadina, ivi compresi due marocchini ed un albanese, avevano la cittadinanza italiana. In materia la città subalpina è all’avanguardia in Italia.

E’ il segno dell’Italia che cambia, non più una Nazione chiusa in se stessa, ma uno dei ventisette stati confederati che formano l’Unione europea. Da qualche giorno a Torino sui mezzi dell’Azienda di trasporti locale, la GTT, hanno fatto la loro comparsa i primi due controllori non italiani ma in possesso della sola cittadinanza dell’Unione europea: sono un uomo ed una donna romeni, la nazionalità a cui appartiene la più consistente comunità di immigrati nel capoluogo subalpino.
 
Ad essere onesti già da tempo sui mezzi della GTT operavano tre controllori non nati in Italia, un albanese e due marocchini, ma essi erano pur sempre in possesso della cittadinanza italiana.
 
Da oggi, approfittando della legge che richiede, per l’accesso alle selezioni pubbliche, il possesso o della cittadinanza italiana o di quella di un qualsiasi stato dell’Unione europea, la maggiore società di trasporto della metropoli piemontese, totalmente in mano pubblica, anche in considerazione del fatto che buona parte dei suoi clienti sono proprio immigrati, ha ben pensato di immettere i due cittadini dello stato danubiano in servizio di controllo biglietti sulle linee maggiormente frequentate dai pendolari loro connazionali.
 
“I romeni sono conosciuti, quando si dà loro fiducia, come persone inflessibili e quindi speriamo in questo modo di ridurre notevolmente il numero dei portoghesi”, affermano alla direzione dell’azienda di trasporto e poi aggiungono come anche sotto il profilo linguistico il rapporto tra società ed utenza, con la presenza di controllori provenienti da quelle nazioni cui appartiene la maggior parte degli immigrati in città, non possa far altro che aumentare il grado di fiducia di questi ultimi verso le istituzioni italiane.
 
“All’inizio siamo venuti incontro alle persone di nazionalità albanese e magrebina, non solo marocchini dunque, assumendo personale di origine albanese o marocchina. Ovviamente in questi casi, trattandosi di extra-comunitari, condizione essenziale per poter procedere all’assunzione era il possesso della cittadinanza italiana. Poi abbiamo pensato ai romeni, la cui integrazione, trattandosi di comunitari, è risultata facilitata” aggiungono alla GTT.
 
E’ stato così che da qualche giorno la trentaseienne Iuliana Corina Florea ed il trentunenne Claudiu Ioan Pruteanu, di origini moldave, vestono la divisa blu scuro dell’azienda di trasporto subalpina. Ora si spera che conquistino la fiducia ed il rispetto non solamente dei tanti immigrati, comunitari e no, presenti in città e nel suo hinterland, circa il 10% della popolazione residente, ma pure quello dei viaggiatori italiani che pur sempre sono ovviamente la maggioranza.
 
E’ certo che i tanti anziani utenti dei mezzi pubblici all’inizio saranno spaesati di fronte alla novità: non è un mistero infatti che una delle ragioni per cui in Italia resiste così tanta ostilità verso gli immigrati stranieri, ostilità pompata ad arte dai mass-media e da certi partiti solamente per piccoli calcoli meschini di bottega, risieda proprio nel fattore demografico. Il nostro è un Paese anziano e dunque meno propenso ad accettare le novità.
 
Nonostante tutto però Torino, che nell’immaginario collettivo viene troppo spesso dipinta come una città chiusa, fredda, ipocrita e benpensante, è all’avanguardia in Italia nel campo dell’integrazione degli immigrati.
 
Mentre, dunque, nella supposta cosmopolita Milano si propone di riservare addirittura dei vagoni della metropolitana agli italiani per non contaminarli con altre razze, ecco che la più pragmatica Torino cerca di integrare nel proprio tessuto sociale gli stranieri.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares