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A Sassari bagno di folla per Luigi De Magistris

 

 

 

Porta bene il venerdì tredici, all’europarlamentare napoletano nel mini tour sardo. 

Legalità e Cultura le armi sicure contro la borghesia mafiosa. <<..Il casellario giudiziario immacolato è una pre condizione per il politico, ma non basta...>>

Serata campale a Sassari per Luigi De Magistris. L’europarlamentare napoletano è giunto in città, impegnato in due iniziative, dopo aver trascorso la mattinata a Cagliari. 

 

La prima, più strettamente politica è iniziata intorno alle 16.00 all’hotel Grazia Deledda. L’incontro, organizzato dai dipartimenti giustizia P.D. e I.D.V., è stato un animato dibattito sui casi stringenti della giustizia italiana. Dedicato inizialmente al tema caldo del d.d.l. sulle intercettazioni e limitazioni alla libertà di stampa, ha spaziato, con le autorevoli posizioni dei relatori, sulle accelerazioni delle attuali proposte di riforma in tema di giustizia. Il ventilato “processo breve” e l’attuazione dello scudo fiscale non potevano essere ignorati. In una conferenza seguitissima, con interventi a braccio degli ospiti, alternatisi come un talk all’americana, grazie alla brillante e inconsueta conduzione di Alberto Statera de La Repubblica. E’ il responsabile della sezione Giustizia di Sassari, Giovanni Isetta ad introdurre l’incontro. Al tavolo di presidenza siedono i parlamentari alla Camera dei Deputati e membri della Commissione Giustizia: Donatella Ferranti e Guido Melis (P.D.), Federico Palomba (IDV). Con loro ci sono: la giornalista dell’Unione Sarda Maria Francesca Chiappe, l’esponente PDCI, responsabile per la giustizia, Elias Vacca oltre il già citato De Magistris.

E’ subito un fuoco alle polveri, quando Statera apre inevitabilmente sulle ultime di giornata, riferite al “processo breve”. Citando un colorito commento di Antonio Di Pietro, fa sponda per l’ultimo illustre ex p.m. approdato in IDV. Esplicito De Magistris: “...si fa strada un binario che rende la legge non uguale per tutti, come recentemente si è pronunciata la Corte Costituzionale sul Lodo Alfano...” - Un accordo politico che desta grave allarme sociale, ha proseguito l’europarlamentare, anche considerando l’anomalia di stralciare dalla prescrizione rapida, il reato di clandestinità (sanzionato oggi con un ammenda) giusto per assecondare la Lega. Sulla base delle competenze acquisite a Strasburgo (De Magistris presiede la commissione di controllo al bilancio per i fondi U.E.), l’eurodeputato napoletano ha fornito dati inquietanti, desunti dalla commissione finanziaria della Corte dei Conti d’Europa, secondo cui l’Italia è al primo posto nel 2008, in ambito U.E. per corruzione e reati finanziari.

Affrancandosi preventivamente da prevedibile profilo “giustizialista”, De Magistris ha ribadito il suo approccio garantista alla materia. Auspicando nella riforma che vorrebbe, un adeguato potenziamento di mezzi e organico alla macchina ministeriale della giustizia, depurandola dalla innegabile insana gestione di alcuni uffici e prevedendo l’arresto cautelare (un esempio pratico) come rara eccezione. Stimolato dal pungolante Statera (eccellente nel tenere alta l’attenzione in sala, razionando equamente le voci al microfono), De Magistris, riferendosi alla sua ultima categoria professionale (dalla quale ha ritenuto dovute le dimissioni), non rivendica alcuna visione corporativa, ammettendo in essa, la presenza di ex colleghi malati di “agorafobia” e sacche di collusione e inefficienza. 

Uno stato che non può in nessun modo giustificare i provvedimenti proposti dalla maggioranza, utili solo ad un “black out informativo e legislativo”. E’ stato questo il termine usato da Donatella Ferranti, magistrato in aspettativa, alla sua prima legislatura nei banchi P.D. alla Camera ed in Commissione Giustizia. Sull’utilità dell’udienza filtro, atta a discernere i contenuti delle intercettazioni ambientali e telefoniche, riportando nel tema centrale la discussione, si è soffermata Francesca Chiappe. La responsabile dell’Unione Cronisti Sardi ha rimarcato la seria possibilità di una imposta e legalizzata invasione di campo (ove ancora non ve ne fosse) dell’editore nella redazione. Grazie alle restrizioni sulla libertà di stampa, circa notizie di reato, non pubblicabili prima della udienza preliminare del processo. Con le aggravanti di sanzioni pecuniarie sostenibili (circa 500 mila euro) solo da grossi editori, posti nella condizione di poter selezionare eventuali notizie da usare come arma di scontro con l’avversario politico, economico di turno.

Sale la temperatura in aula quando Statera chiede di una eventuale “Opa” di De Magistris nell’azionariato politico IDV a scapito del “socio di maggioranza” Di Pietro. Pacato e rassicurante Federico Palomba che non raccogliendo la boutade, aggiorna la platea sui posizionamenti interni della giunta regionale sarda alle prese, a suo dire, con una evidente spaccatura del centro destra. Replica De Magistris, confermando la salda sintonia con Di Pietro, circa la direzione IDV. Rilancia sulla candidatura di D’Alema a ministro europeo per l’estero, affinchè la proposta sia politica e diplomatica: in ambito internazionale, con la massima trasparenza sui contenuti. Tiepido, non proprio convincente, l’impegno all’unisono P.D. (Melis e Ferrante) nel fugare ogni dubbio su eventuali “inciuci” o compensazioni con l’attuale maggioranza di governo.

Effervescente l’umore nell’affollatissima sala: dal brusio alle ovazioni di applausi, il passo è breve, l’anchorman Statera è stato quasi un matador nell’arena. Volano le due ore e De Magistris si congeda insieme a molti che lo hanno atteso. Qualche minuto per una ossigenata e quattro passi veloci. Altra aula strapiena in attesa. Gli studenti della facoltà di Lettere assiepati per una Lectio sulla Legalità. Clima ancora più gioviale, ma i temi, seri e ripresi. Cultura e legalità: antichi ma unici e decisivi antidoti alla borghesia mafiosa.

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