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Piacenza, Abdesselem El Danaf muore all’ingresso della ditta dove lavorava: è stato il camion

Papà e figlio facevano il compleanno nello stesso giorno, 53 anni lui e 14 il figlio di Abd Elsalam Ahmed Eldanf. Manifestazioni blocchi picchetti... non fanno più notizia ma esistono, come quelli della scorsa notte a Piacenza. Stavano per bloccare i tir in uscita e in entrata dopo un incontro con la dirigenza non andato a buon fine, c'erano tanti testimoni, in divisa e non, e un morto.

Racconta Riccardo Germani, della Usb, presente quella notte di picchetto: «Gli urlavano 'parti, vai!' e quello è partito investendo il nostro aderente». Alle 23:45 nella sede piacentina della Gls, i soccorritori del 118 hanno tentato di rianimarlo ma lui aveva 53 anni meno un giorno, che stava per finire.

Si stava manifestando all'esterno della SEAM—azienda in appalto della GLS, uno dei poli più grandi della logistica italiana; c' era un picchetto indetto dal sindacato Usb.
«Abbiamo incontrato i responsabili della Gls, insieme agli agenti della Digos, per discutere della stabilizzazione di 13 contratti a tempo determinato, quando hanno rinnegato gli impegni presi abbiamo deciso per lo sciopero e per il blocco. Ci stavamo accingendo a protestare e la situazione era tranquilla, poi la tragedia. Non si può morire così, non si può perdere la vita per difendere i propri diritti», fanno sapere dall'Unione Sindacale di Base.

L'uomo alla guida del camion, preso in consegna dalla polizia è stato sottratto al linciaggio degli altri manifestanti e portato in questura in stato di fermo con l'accusa di omicidio stradale.
Ahmed Hamdin, un collega della vittima, intervistato da Repubblica ha detto che «[El Danaf] è stato ucciso dall'azienda. Il direttore di GLS stava dietro al camion e gli diceva 'vai avanti, vai avanti lo stesso [...] se si ferma qualcuno davanti passa lo stesso, ammazzalo'».


A casa sono rimasti cinque figli e la moglie, lui non ci farà mai ritorno. I suoi colleghi sono affranti dalla rabbia e dal dolore. Quella notte erano almeno in 30 a scioperare, aspettando l'esito dell'incontro. Dal 2003 l'operaio egiziano lavorava in quella ditta. Si chiamava Abdesselem El Danaf,la foto un po' sbiadita del suo documento dice chi era.

Rimane vivo il suo ricordo e il dolore per una vita così tristemente conclusa. I colleghi hanno scritto un comunicato che trascrivo qui alla fine. Il commento di una lettrice mi ha colpita: «Ancora una volta muore un operaio lavoratore che lotta per i suoi innegabili diritti. Due disperati, l'assassinato e l'assassino. Due anelli di una catena senza fine di negazioni di diritti,di esasperazione, di paura». 

E' stato il camion. Il camion dicono che si sia mosso lento e a forte velocità, inesorabile come un carro da morto. Non sapeva quello che stava colpendo.

«Quando è avvenuto l’incidente, non era in atto alcuna manifestazione all’ingresso della Gls», ha dichiarato il capo della procura di Piacenza, Salvatore Cappelleri.

Doriana Goracci


https://www.youtube.com/watch?v=1CFTQ_PIFsY
 

il comunicato:

“Ammazzateci tutti” è il grido dei lavoratori della logistica di Piacenza.
Un nostro compagno, un nostro fratello è stato assassinato
durante il presidio e lo sciopero dei lavoratori della SEAM, ditta in appalto della GLS questa notte davanti ai magazzini dell’azienda.

Il gravissimo fatto è l’epilogo di una serata di gravi tensioni, la USB aveva indetto una assemblea dei lavoratori per discutere del mancato rispetto degli accordi sottoscritti sulle assunzioni dei precari a tempo determinato.

Di fronte al comportamento dell’azienda i lavoratori, che erano rimasti in presidio davanti ai cancelli, hanno iniziato lo sciopero immediato. Proprio durante azione di sciopero, un lavoratore, padre di 5 figli e impiegato nell’azienda dal 2003, è stato assassinato, sotto lo sguardo degli agenti di polizia da un camion in corsa che ha forzato il blocco.
Questo assassinio è la tragica conferma della insostenibile condizione che i lavoratori della logistica stanno vivendo da troppo tempo. L’USB si impegna alla massima denuncia dell’accaduto: violenza, ricatti, minacce, assenza di diritti e di stabilità sono la norma inaccettabile in questo settore.

Commenti all'articolo

  • Di Antonella Any (---.---.---.4) 16 settembre 2016 09:52

    Il sistematico "schiavismo" di queste cooperative che si aggiudicano gli appalti va avanti ormai da anni. Avendo avuto a che fare con una di queste (a servizio del colosso GLS) posso confermare che il trattamento economico ed umano è al pari del peggio del peggio che esisteva ai tempi degli antichi romani. Un sistema dove la tutela dei lavoratori è inesistente, dove nessuno controlla nulla, dove la dignità delle persone è calpestata ogni giorno per 12/13 ore, dove la sicurezza sul lavoro è demandata ad un solo paio di scarpe antinfortunistiche che però non hanno salvato quest’uomo. Il governo ed i sindacati dovrebbero intervenire su queste realtà da nord a sud ma questa nazione si chiama "italietta".

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