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Musulmani contro l’Isis. C’era una volta "Not In My Name": eppure esistono (VIDEO)

Sembra che si alzi solo paura, odio e silenzio che ti fanno tornare a casa. E sarà anche per questo che i luoghi della rete, come a volte certi luoghi comuni..., sono pieni di insulti, minacce e volgarità nostrane. Non so cosa accada in altri paesi, più abituati del nostro alla convivenza e all'incrocio di etnie. Sono certa che tutti cercano lavoro, casa, e pace, anche se non ce lo fanno vedere, ma non possono darci a bere l' acqua avvelenata. Allora per questo, come fossimo rabdomanti, cerchiamo nuove antiche fonti, vita da passare Insieme. Not in my name.
Doriana Goracci

Quelli che seguono sono alcuni interventi tratti dalla comunità islamica, invito tutti e tutte a commentare e integrare con rispetto.

La più grande carica religiosa e giuridica sunnita, Il Gran Mufti d'Egitto, Sheik Shawki Allam, ha condannato "l'atto terrorista e criminale" che ha avuto luogo a Rouen in Francia e che è stato "commesso da estremisti". "Tale atto viola tutti gli insegnamenti dell'Islam", ha aggiunto Allam che ha poi offerto le condoglianze al popolo francese e alle famiglie delle vittime: in rappresentanza di un milardo e 350milioni di musulmani sunniti. Ansa

"Attualmente, nel mondo si contano più di un miliardo e mezzo di musulmani; il Califfato e le organizzazioni terroristiche islamiste non raggruppano più di cinquantamila membri, ovvero lo 0,003 per cento dell’Islam. Ricordando che la tolleranza ha rappresentato una faticosa conquista per tutte le religioni monoteistiche, compresa quella cristiana, è giunto il momento, per i fedeli dell’Islam di buona volontà, di agire senza ambiguità per isolare le frange fondamentaliste, di condannare senza appello i sedicenti musulmani che non esitano a far strage di altri musulmani facendosi esplodere dentro una scuola e persino dentro una moschea. Sono convinto che sarà soprattutto su questo terreno che si giocherà il futuro dell’Islam." Armando Santarelli

Il grande imam di Al Azhar, Ahmed al Tayyeb, che aveva inaugurato la conferenza insieme al patriarca copto ortodosso Tawadros II, ha denunciato i “crimini barbari e terribili che stanno deturpando questa religione”, e ha chiesto alla coalizione internazionale di “ricorrere a tutte le sue energie materiali e morali per sradicare questo terrorismo, in tutte le sue manifestazioni, dottrine e scuole, e di affrontare i paesi che lo sostengono. Internazionale

"...è urgente trovare luoghi di incontro e scambio. Conoscenza e convivialità. Le moschee, le parrocchie, le librerie, le piazze, e altri luoghi vanno riempiti di iniziative finalizzate a questo intento. La comunicazione diretta ed il contatto umano creano ponti, legami e relazioni forti che rendono più vitale la coesione sociale e la convivenza. Da qui si deve partire.

Sumaya Abdel Qader, Consigliera comunale di Milano" Lettera a Luigi Manconi
 

"Solo il 10% dei musulmani sono italiani o di passaporto italiano. Il 90% sono esclusi dalla possibilità di partecipazione alla vita politica di questo Paese dove per avere la cittadinanza devi aspettare 20 anni e a volte non bastano...

Noi vogliano essere il primo anticorpo alla violenza ma non siamo nelle condizioni se non rafforziamo la comunità stessa nelle sue organizzazioni pacifiche e democratiche. Se la lasciamo nel limbo di una semilegalità che fatica ad concedere perfino luoghi di culto non sarà mai in grado di agire da vero anticorpo. L’ombra del sospetto rafforza il buio. La nostra è una comunità che sente il peso della discriminazione, il muro della diffidenza. E’ questo che vorrei dire. Aiutiamoci tutti." Davide Picardo, coordinatore dei musulmani in Lombardia, Il Fatto

«Certi fatti non hanno nulla a che vedere con l’Islàm, tanto quanto le stragi di estrema destra hanno niente a che vedere con la Cristianità o l’Occidente. Abramo, Mosè e Gesù, che consideriamo maestri per tutta l’umanità unitamente al sommo Profeta, hanno sempre predicato la pace: ci sconvolge quindi come alcuni terroristi possano avere compiuto atti così terribili, peggio di qualunque bestemmia. Da 1400 anni i dottori e sapienti del mondo islamico ammoniscono contro interpretazioni ed ideologie estreme. Le persone che credono nella pace, nella religione, nella pacifica convivenza civile; cristiani, islamici, laici. Per noi è incomprensibile da chi i terroristi siano finanziati, armati e diretti»

Il presidente di Assalam, Hassan Elasri, Gazzetta di Mantova 

 

"...un milione e mezzo di musulmani hanno firmato una fatwa che condanna il terrorismo dell’organizzazione di al-Bagdhadi. Il documento è stato promosso da un centro studio islamico dell’India, il terzo Paese per credenti musulmani al mondo, e approvata da circa 70 mila chierici." Giornalettismo

Dal vocabolario della lingua italiana Treccani alla voce “terrorismo”:

“Azione e metodo di lotta politica (per difendere o più spesso per sovvertire o destabilizzare una struttura di potere) che, per imporsi, fa uso di atti di estrema violenza, come attentati e sabotaggi, dirottamenti, rapine, sequestri e assassini o ferimenti, guerriglia urbana contro le forze dell’ordine ma soprattutto nei confronti di persone innocenti, allo scopo di suscitare il panico e la reazione emotiva della popolazione”

"...L’islam è una religione che conta più di un miliardo di fedeli. Abbraccia continenti, paesi, usanze diverse. Ci sono anche approcci alla religione diversi. Ci sono laici, ortodossi, praticanti rigorosi, praticanti tiepidi e ci sono persino atei di cultura islamica. È un mondo variegato che parla molte lingue, che vive molti mondi. Andrebbe coniugato al plurale.Il mondo islamico non esiste. È un’astrazione. Esistono più mondi islamici che condividono pratiche e rituali comuni, ma che sul resto possono avere forti divergenze di opinioni e di metodi. E poi, essendo una religione senza clero, per forza di cose non può avere una voce sola. Non c’è un papa musulmano o un patriarca musulmano. L’organizzazione e il rapporto con il Supremo non è mediato. Inoltre, bisogna ricordare che i musulmani (o più correttamente, le persone di cultura musulmana) sono le prime vittime di questi attentati terroristici. È chiaro che la maggior parte della gente, di qualsiasi credo, è contro la violenza. A maggior ragione chi proviene da paesi islamici dove questa furia brutale può colpire zii, nipoti, fratelli, sposi, figli.“Not in my name”, lo abbiamo gridato e scritto molte volte. Ci siamo distanziati. Lo abbiamo urlato fino a sgolarci.
"...La stragrande maggioranza dei musulmani sono vittime del terrorismo, che distorce ed offende la loro immagine, il mondo li guarda con sospetto ed interpreta l’Islam come una religione di violenza e terrore; malgrado i tentativi di modificarla, questa immagine errata si è diffusa e si è via via solidificata al verificarsi di ogni attentato terroristico, specialmente tramite l’utilizzo ripetuto di espressioni come “il terrorismo islamico” e “i terroristi musulmani” e tramite la strumentalizzazione dell’ondata di islamofobia da parte dell’estrema destra in Occidente. Di questa atmosfera si nutrono poi ovviamente i terroristi, utilizzandola nella loro propaganda, al fine di attirare ancor più i giovani arrabbiati... Ma ora dobbiamo entrare tutti – musulmani, cristiani, ebrei, atei, induisti, buddisti, tutti – in un’altra fase. Dobbiamo chiedere ai nostri governi di schierarsi contro le ambiguità del tempo presente...Pace è l’unica parola che può toglierci dai guai. L’unica che può farci uscire da questa cappa di sospetto e di paura. " Internazionale

https://www.youtube.com/watch?v=hAxIOC8Zisc
 
Sono musulmano ma...
https://www.youtube.com/watch?v=JMQjyRc7eiY

Sono cristiana ma...
https://www.youtube.com/watch?v=5bWHSpmXEJs

Commenti all'articolo

  • Di gisella rossi (---.---.---.26) 28 luglio 2016 11:39

    il nostro principale impegno deve essere quello di fare dell’accoglienza e il confronto - a volte difficile e faticoso - uno strumento di richezza.....l’isolamento, la condanna a priori può solo impoverire questo mondo già così travagliato, e impoverire noi stessi ........condanniamo con forza tutto ciò che fomenta l’odio, il nemico non è il musulmano, ma la nostra graduale e progressiva mancanza di "umanità"

    • Di Doriana Goracci (---.---.---.221) 29 luglio 2016 12:49
      Doriana Goracci

      nel ringraziarti per il tuo commento, Gisella, colgo l’ occasione per fornire una notizia a mio avviso simbolicamente interessante: il presidente di Palestina Abu Mazen (Mahmud Abbas) ha scritto a papa Francesco: "Siamo sconvolti dall’attacco barbaro alla chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray in cui abbiamo perso il parroco Jacques Hamel. A nome dello Stato di Palestina e del popolo palestinese, e a nome mio personale, condanno la vile e odiosa azione terroristica e qualsiasi giustificazione si osi dare in nome della religione a questi atti contro l’umanità".

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.221) 29 luglio 2016 16:18
    Doriana Goracci

    mi è stato inviato questo messaggio da un’ amica di Facebook,condivido perchè mi sembra esaustivo e fortemente positivo:
    Costruiamo ponti e non nemici! Noi due, per esempio, Lia e Saleh, cristiana e musulmano per caso, laici e antirazzisti, crediamo di far parte della grande maggioranza dei cittadini italiani, europei e del mondo, che condannano ogni violenza ed ogni terrorismo, sia quello che proviene da gruppi terroristici che usano l’Islam, il Cristianesimo, l’Ebraismo, il Buddismo, per giustificare il loro fascismo, sia quello degli stati che invadono e bombardano altri popoli. Pensiamo che le vittime di questi due tipi di terrorismo siano sempre i cittadini normali come noi e più deboli di noi. Il potere ed i media dominanti, da una parte e dall’altra, non ci rappresentano, cercano di dividerci per mantenere i loro privilegi: una piccola minoranza, l’8% della popolazione del pianeta, che possiede il 84% della ricchezza dello stesso. La violenza, di una parte e dell’altra, è l’unica loro via per mantenere questo insostenibile ed ingiusto modello di sviluppo di cui sono vittime i più poveri e deboli della terra, il clima e l’ambiente in cui viviamo tutti. Siamo d’accordo con Papa Francesco quando ha detto che: “Il mondo è in guerra, ma non c’è guerra di religione, c’è guerra di interessi, per i soldi, per le risorse naturali, per il dominio dei popoli, noi tutte le religioni vogliamo la pace, la guerra la vogliono gli altri, capito?" E quando dice che “Il denaro per acquistare armi, si trova! Per fare le guerre e per operazioni finanziarie senza scrupoli, si trova! Si sottolineano molto i soldi che mancano per creare lavoro, per investire in conoscenza, nei talenti, per progettare un nuovo Welfare …”.I media dominanti, al servizio dei pochi privilegiati del mondo, cercano di renderci invisibili, “costruiscono” il nemico, fomentano odio, razzismo e guerre, generano paura per dividerci in NOI e VOI, ma non è così. Il clima di paura sta coinvolgendo, in maniera allarmante, anche alcuni tra coloro che fino ad ieri sono stati convinti difensori dei diritti di tutti. Persone che, impaurite, hanno iniziato a scrivere lettere inquinanti, chi ad un ipotetico fratello musulmano, chi ad una consigliera di Milano, chiedendo loro di condannare ogni giorno ogni atto barbarico commesso da uno dei due miliardi di musulmani nel mondo. Come se ogni musulmano o cristiano possa essere o sentirsi responsabile dell’orrore compiuto da un qualunque folle cristiano o musulmano del pianeta intero.Noi non facciamo parte di questa divisione. Siamo contro ogni violenza e contro ogni terrorismo, contro la guerra, contro il razzismo, contro il femminicidio, contro il sionismo e contro l’antisemitismo Tutte le democrazie non dovrebbero ammettere la sospensione dei diritti e lo stato di emergenza; tutte le democrazie non dovrebbero ammettere la pena di morte; tutte le pallottole, bombe, bombardamenti e droni sono criminali, incivili e idioti, tutti i criminali di guerra vanno processati. Sogniamo una ONU riformata, veramente democratica e non subordinata ai potenti, un’ Europa dei popoli, un’Europa sociale . Sogniamo una Corte di Giustizia Internazionale in grado di processare tutti i criminali di guerra e violatori di diritti umani di qualunque colore siano e non solo qualche capo di stato africano.

    Siamo un NOI indipendentemente dal luogo di nascita, dalla religione, dal colore della pelle, dal nostro grado di abilità e disabilità e siamo certi che i nostri amici, le nostre figlie e i nostri figli e i loro giovani amici e la maggior parte dei nostri colleghi di lavoro sono come noi. Vogliamo giustizia contro ogni barbarie! Terrorismo e guerra si alimentano a vicenda e colpiscono sempre luoghi frequentati da cittadini comuni, non colpiscono i potenti né i dittatori, né i rappresentanti del mondo della finanza di entrambe le parti. Sia chiaro non vogliamo che sia colpito niente e nessuno. Che tutti gli dei dell’universo facciano cessare immediatamente ogni violenza! Vogliamo esclusivamente sottolineare che le vittime non sono mai i responsabili dei guai del mondo.
    Noi due, napoletana l’una e genovese l’altro, cristiana e musulmano per caso, crediamo e vogliamo continuare a credere nell’amore, nella musica, nella poesia, nell’abbattimento di ogni barriera di confine ed architettonica, nell’incontro con l’altro. Amiamo De Andrè e Ziad Rahabani, Mina e Om Kulthum, Pier Paolo Pasolini e Mahmud Darwish, Dante e Al Mutanabi, Eugenio Montale e Nizar Qabbani, Tomasi di Lampedusa ed Umberto Eco, Taha Hussein e Najib Mahfuz ed ogni forma d’arte di ogni popolo. Vogliamo lavoro dignitoso senza sfruttamento, vogliamo tutelare ambiente, territorio, acqua, mare e foreste ed il futuro dei nostri figli. Amiamo pace, giustizia, democrazia, scambio, convivenza pacifica e intercultura, uguaglianza, parità di diritti e di opportunità per tutti. Amiamo la vita!
    Lia Aurioso e Saleh Zaghloul

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