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Marciare divisi per dire idiozie uniti

Come ogni mese, al momento della pubblicazione del dato di inflazione, ecco le sedicenti associazioni dei consumatori che si esibiscono nel lancio dell’agenzia, attraverso abituale copia-incolla. Una variazione sul tema è che le associazioni hanno ormai deciso di diversificare la propria offerta di mercato. E l’effetto è ancor più esilarante.

Ecco quindi che Federconsumatori e Adusbef vedono inflazione e speculazione:

“L’Istat registra un tasso di inflazione a giugno dello 0,3%. Seppure in frenata significa comunque che i prezzi continuano a crescere, in maniera del tutto ingiustificata ed ingiustificabile”. Commentano così Federconsumatori e Adusbef gli ultimi dati, dai quali derivano 107 euro di maggiori costi per una famiglia di tre persone. Se il potere di acquisto continua a diminuire (del -13,4% dal 2008) ed i prezzi continuano a crescere, è “inutile sorprendersi” dell’aumento della povertà, concludono le associazioni (Ansa, 15 luglio 2014)

La soluzione, secondo Federconsumatori ed Adusbef, consiste in più tasse per tutti, a.k.a. “redistribuzione”:

Per questo -secondo Federconsumatori e Adusbef – è necessario agire con la massima urgenza, mettendo in atto ogni sforzo per realizzare una redistribuzione del reddito ed un rilancio del potere di acquisto delle famiglie. In tal senso è indispensabile ampliare la platea dei beneficiari del bonus anche a pensionati, incapienti e famiglie numerose (Radiocor, 15 luglio 2014)

Invece il Codacons vede deflazione ovunque, soprattutto sull’alimentare:

Il Codacons legge con “estrema preoccupazione” il calo dell’inflazione registrato dall’Istat. “La riduzione dei prezzi alimentari rispecchia la minore spesa delle famiglie”, afferma il presidente Carlo Rienzi, sottolineando che nel 2013 gli italiani hanno speso per il cibo 3,6 miliardi in meno che nel 2012, tornando ai livelli di 30 anni fa. “I prezzi scendono perché i consumatori non comprano più, e le conseguenze di tale situazione si ripercuotono sulle piccole imprese e sull’industria”, conclude Rienzi (Ansa,15 luglio 2014)

A beneficio di Rienzi (che proprio non intende arrivarci) possiamo comunque dire che i prezzi degli alimentari freschi appaiono in calo su base europea, per tendenze non necessariamente imputabili alla carestia che egli segnala. Invece Adiconsum e Federconsumatori hanno neoclassicamente inferito che, quando c’è crisi, i prezzi devono andare in deflazione secca, non ci sono santi. O forse hanno nostalgia della scala mobile, chi può dirlo.

Anche ammettendo che la perdita di potere d’acquisto è reale, ed in questo paese imputabile in misura non marginale anche alle perversioni di manovre su imposte indirette e prezzi amministrati, sarebbe tuttavia utile spiegare a queste associazioni che il mondo reale funziona in modo lievemente differente dalle loro regolette del pollice. Ma è comunque apprezzabile questa polifonia di marketing, che serve a catturare il maggior numero di gonzi possibili, soprattutto tra quanti, nelle redazioni, rilanceranno questi fondamentali comunicati.

 

Foto: Emanuele/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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