• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > I movimenti religiosi popolari sono un cavallo di Troia?

I movimenti religiosi popolari sono un cavallo di Troia?

Leggevo su l’Unità il racconto fatto da Marco Simoni su Giovanni Franzoni e pensavo all’elogio che da sempre la sinistra ha fatto dei movimenti cattolici “popolari”, pauperisti, partecipativi, i cosiddetti movimenti nati dalla politica di apertura del concilio vaticano II. Non voglio qui stare ad analizzarli, ma semplicemente mi nasceva una riflessione. Questi movimenti sono spesso utilizzati per mostrare l’importanza della presenza della Chiesa nella società, mostrando le lodevoli iniziative di assistenza ai poveri, agli immigrati, spesso la loro critica verso le posizioni fasciste e reazionarie della Chiesa ufficiale. Insomma ci si mostra come la Religione possa entrare nella vita di uno Stato, alcuni arrivando addirittura a chiamare questo agire “laico”. Penso che questo sia uno dei più grandi cavalli di Troia che le gerarchie vaticane e tutto l’establishment clerical-reazionario abbia mai messo in piedi nella società italiana dagli anni ’70 ai giorni nostri. Non che non l’abbia mai fatto nel passato. I francescani furono similmente utilizzati dal Clero per far vedere che si può stare nella Chiesa “facendo i buoni, i poveri” (mentre parallelamente non si lesinavano torture, depradazioni, usurpazioni). Quindi, dal loro punto di vista, fa benissimo la Chiesa a coltivare questi gruppi. E’ una Chiesa che si dice “cattolica”, ovvero universale, quindi Lei non trova nulla di male ad avere opposte posizioni, purché all’interno di dogmi chiari e definiti. E anche quando escono, basta una richiesta di perdono, calmare un po’ le acque e in genere tutto si risolve, nel peggiore dei casi mettendo questi gruppi in posizioni pratiche difficili nelle diocesi. Un tempo qualcuno andava a finire sul rogo, ma solamente chi portava alle (giuste) conseguenze estreme la visione di un cristianesimo popolare, pauperista, che non accettava le imposizioni vaticane.

Non voglio qui stare a chiedermi perché questi movimenti stiano dentro il grande calderone del Vaticano, poiché la cosa riguarda solo loro. Mi domando invece se i movimenti laici popolari, repubblicani, democratici, quando, come sempre fanno, lodano questi movimenti della Chiesa Cattolica non caschino in un grande trappolone che è stato loro teso da chi vuole che si persegua un controllo cristiano-cattolico nella società italiana. Perché un trappolone? Perché questi movimenti si sono votati a rispondere alle domande di giustizia sociale che erano le istanze principali della sinistra. E infatti il PCI, una volta perse menti critiche e sottili come Antonio Gramsci, cadde nel trappolone, relegando il suo scontro con la Chiesa alla lotta alle gerarchie ma lodando e avallando quelli che con una parola (per semplicità) chiamo “movimenti religiosi popolari”, credendo forse (ingenui!) di potersi in qualche modo infiltrare e cambiare la Chiesa dall’interno. Evidentemente le menti più sottili stavano dall’altro lato della barricata …


Ma la peggiore influenza si trova nell’attività sociale che si lascia fare a questi movimenti, attività che in uno Stato repubblicano e democratico è generalmente compito dello Stato stesso, che è unica sintesi della collettività, perché basata non su una fede a-razionale ma su una compartecipazione di bisogni e diritti il più possibile libera da “a priori” extraterreni. Dare legittimità a queste azioni è la peggiore sconfitta che una sinistra repubblicana, laica e democratica (e le tre cose sono indissolubili per il mio modo di vedere) possa subire. E questo è vero sia per i movimenti che lavorano nel sociale sia per quelli che portano avanti una visione della Chiesa Cattolica partecipativa. La Chiesa Cattolica è un’istituzione verticistica, basata su dogmi e non sulla critica. Questa è una loro scelta ed è irriducibile ad una visione del mondo orizzontale, partecipativa.
La sinistra laica farebbe bene ogni tanto a pensarci prima di elogiare chi (anche meritatamente) si è speso nei “movimenti religiosi popolari”, per provare ad uscire da questa trappola e affermare che (i) la solidarietà sociale deve essere diretta dalla collettività che trova sua unica espressione nello Stato e (ii) pensare che la Chiesa Cattolica possa diventare una istituzione “orizzontale” veramente aperta al pensiero libero è illusorio. Non bisogna criminalizzarli (che poi non se lo meritano perché loro non lo fanno in malafede a mio parere, mentre le gerarchie vaticane sì) ma iniziare semplicemente a smettere di elogiarli.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares