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Condono edilizio: l’Italia premia gli abusi

Condono edilizio: l'Italia premia gli abusi

E’ una notizia di quelle che potrebbero passare inosservate. Un evento che passa trasversalmente fra un articolo di prima pagina, un TG della sera e la noia di canali televisivi che sciorinano un po’ di tutto dal contenitore digitalizzato.
 
Eppure è una notizia grave. Molto. E riguarda tutti noi.
 
Il fatto. I Senatori PdL Carlo Sarro e Vincenzo Nespoli, hanno presentato una proposta leggibile all’interno di un emendamento al DDL di conversione del DL 194/09 “mille proroghe”. Con questo emendamento, si chiede di modificare un articolo del DL 269 del 2003, poi convertito in Legge, la 326 del 2003. Il titolo della Legge è: “Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell’andamento dei conti pubblici”.
 
La proposta è quella di sanare gli abusi edilizi perpetrati a danno dei beni ambientali e paesaggistici.
 
L’articolo in questione - il 32 - titola: “Misure per la riqualificazione urbanistica, ambientale e paesaggistica, per l’incentivazione dell’attività di repressione dell’abusivismo edilizio, nonché per la definizione degli illeciti edilizi e delle occupazioni di aree demaniali". Ergo: dichiaratamente CONTRO ogni tipo di abuso edilizio.
 
Ed al comma 27, lettera d della Legge, si legge ancor oggi: “Fermo restando quanto previsto dagli articoli 32 e 33 della legge 28 febbraio 1985, n. 47, le opere abusive non sono comunque suscettibili di sanatoria, qualora: siano state realizzate su immobili soggetti a vincoli imposti sulla base di leggi statali e regionali a tutela degli interessi idrogeologici e delle falde acquifere, dei beni ambientali e paesistici, nonché dei parchi e delle aree protette nazionali, regionali e provinciali qualora istituiti prima della esecuzione di dette opere, in assenza o in difformità del titolo abilitativo edilizio e non conformi alle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici”.
 
Se l’emendamento venisse approvato, accadrebbe un fatto grave. Coloro che a suo tempo edificarono in maniera del tutto abusiva e senza seguire alcun tipo di discriminazione fra beni ambientali, paesaggio ed anche – chiaramente – ottenimento delle varie certificazioni per la verifica della messa in sicurezza degli stabili, si ritroverebbero in un attimo in una posizione di totale dominio pur avendo operato ben oltre il limite dell’illegalità.
 
Un bel colpo di spugna sulla speculazione. Una cortina nera sulla sicurezza della gente. Nessun rispetto per l’ambiente, dalle falde acquifere al panorama. Morti inutili per abuso edilizio, come nel caso del terremoto in Abruzzo, attraverso il quale abbiamo scoperto che si può persino edificare un ospedale senza alcuna certificazione di sicurezza e senza uno straccio di accatastamento.
 
Assurdo ma reale. Chi gestisce il Paese, da sempre, è chi per primo non osserva le norme che ha creato. Ma che impone al resto del Paese. Che non può muovere un passo trascendendo la burocrazia folle di un Sistema che tende solo a bloccare i cittadini comuni. E li rende oggetto di continue persecuzioni, ritardi e multe salatissime se non l’arresto, se solo facesse un millesimo di ciò che fa chi sta al “Potere”.
 
Palesemente, si sta creando un Sistema socio economico che premia chi furfanteggia. Il Sistema ti premia se hai frodato molto il fisco. Se hai operato al solo scopo di lucrare. Se hai modificato i bilanci societari. Se hai esportato grosse somme all’estero.
 
Se sei onesto devi soccombere. Magari sotto le macerie di qualche orrido abuso edilizio, passato in paradiso grazie al purgatorio di una Politica che drammaticamente sta supervalutando soltanto chi riesce a fregare il prossimo per primo.
 
Se questa proposta passerà, aspettiamoci un nuovo periodo di edificazione a go go. Senza tenere in considerazione una sola norma a cautela della sicurezza umana.
 
Ma viene anche da pensare alle grandi opere in cantiere, che hanno già mostrato molte falle, con le costruzioni imposte in territori dove nella migliore delle ipotesi, qualche pilone di cavalcavia potrà crollare perché costruito su un territorio geologicamente non edificabile.
 
Finché tutto ciò sarà possibile, finché la nazione tutta non si ergerà contro questi misfatti, non ci si potrà poi lamentare dei danni, delle tragedie, dei morti. Perché col silenzio ognuno avrà ucciso la prossima vittima della speculazione. E’ così da sempre. Ma non è detto che così dovrà essere per sempre. La speranza è che la popolazione si scolli dal subire passivamente gli eventi e torni ad occuparsi della propria esistenza. Per tutti.

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