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Videocracy: l’Italia di Berlusconi trent’anni dopo

Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.182) 7 settembre 2009 14:19

E’ sempre meglio sentire anche altre campane,come questa appunto: a chi non piace parlare del passato, se gli va potrebbe parlarci del presente. Dica se è d’accordo che non ci sia nessuna legge sul conflitto di interesse, dica se non devono esserci leggi contro posizioni di predominio, dica se è giusto che ci sia l’immunità parlamentare ,se è giusto il lodo Alfano.Che io sappia non c’è legge sul conflitto di interesse, nè contro posizioni dominanti a livello commerciale (leggasi, che con lo strapotere impedisci ad altri di esercitare commercio e di poter stare sul mercato, un po’ come windows preinstallato e pagato), c’è di fatto l’immunità per i parlamentari visto che viene impedito che deputati o senatori denunciati o indagati siano processabili, per il lodo Alfano si è già detto tutto. Che il film/documentario Videocracy sia o rappresenti il punto di vista del regista/autore, penso sia logico, non ritengo abbia la pretesa di essere la verità:anzi proprio parlando di verità sappiamo bene che è difficile, in un paese che ha la fissa del segreto di stato, dove non si possono visionare documenti e atti pubblici, non si può pretendere nel paese del "ma anche" di indicare dove sta la verità.Nel nostro paese non deve valere solo ciò che dice Berlusconi o chi è al governo:perchè oggi,ancora oggi, è così:il film mostra perchè siamo e come siamo diventati così. Le persone, tante, prendono per vero ciò che vedono in tv, lo reputano autorevole, nella più totale assenza di senso critico. Credo sia questo,oltre ai modelli cui ispirarsi,la critica o l’osservazione importante che è nel documentario. Sarebbe bene che qualcuno ,vedendo il film, si ricredesse e capisse come "fa funzionare" il meccanismo Berlusconi.


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