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Risposta a Beppe Grillo

Di Truman Burbank (---.---.---.148) 19 giugno 2009 15:47

Per fortuna Campilungo comincia a spiegare il suo punto di vista, dicendo:
"Nel sistema americano, in cui il Presidente è eletto direttamente dal popolo, il Presidente ha la legittimazione democratica necessaria per rifiutare la promulgazione di una legge del parlamento anche se questa è perfettamente costituzionale."

Da qui si vede come egli privilegi la favola delle elezioni rispetto alla legge. Egli rifiuta di leggere la Costituzione quando gli fa comodo, per privilegiare un’inesistente "legittimazione democratica".

Qui il punto in questione è:

Aveva Napolitano l’autorità per rinviare la legge alle Camere?
La risposta è:

 Secondo la lettera della Costituzione sì, perchè è solo tenuto a motivare il rinvio.

 Secondo la dottrina prevalente pure, perchè il contrasto con l’art. 3 è lampante.

 In subordine, Napolitano poteva prendere del tempo prima di firmare, senza rendere conto a nessuno, dando così un segnale che la legge era discutubile.

Va notato in aggiunta che i ruoli del presidente e quello della Corte Costituzionale sono ben separati, per cui la decisione sulla costituzionalità o meno, con effetto esecutivo, spetta alla Corte, mentre la dottrina prevalente prevede che il Presidente si limiti a segnalare profili di incostituzionalità, senza che tale segnalazione abbia effetti esecutivi.

In definitiva nel comportamento di Napolitano è facile ravvisare profili di attentato alla Costituzione e di alto tradimento. L’art 3 non è un articolo marginale della Costituzione, ma è alla sua base. Il fatto che anche Ciampi abbia commesso leggerezze analoghe non annulla ciò che ha fatto Napolitano.

Se nel parlare comune si possono tollerare frasi del tipo "se quel tipo lì fa in un certo modo, allora è giusto che io faccia lo stesso" nel diritto costituzionale il ragionamento non ha alcun valore.

Il riferimento alle Forze Armate non era marginale. Alcune scelte fatte nelle alte sfere appaiono dettate da considerazione legate ai rapporti di forza tra istituzioni. Anche da questo punto di vista il Presidente mi pare che non abbia voluto considerare quale sia il suo potere reale. Si è comportato come un don Abbondio da una posizione che non lo consente.


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