A proposito di
documentarsi e non fare propaganda... il dottor De Luca parla di 12.000
infoibati dall’Ozna (!) secondo dati "del CLN" (quale CLN?) e di
20.000 secondo non si sa quale fonte.
Ora,
innanzitutto nessun "CLN" portò alcun dato a Parigi (a quale titolo
lo avrebbe fatto?), per cui si presume che il "ricercatore
accreditato" presso la Farnesina si riferisca a quel documento che fu
redatto nel 1947 in previsione della conferenza di pace di Parigi dal Ministero
per gli Affari Esteri (cioè la stessa entità presso cui sarebbe accreditato il
dottore) ed intitolato "Trattamento degli italiani da parte jugoslava dopo
l’8 settembre 1943" (recentemente ristampato a cura dell’Associazione
nazionale dalmata e, purtroppo, con il contributo economico della Regione
Lazio). Tale documento è però talmente ricco di bufale, nonché di citazione di
documentazione apocrifa, che non può in alcun modo essere considerato un testo
attendibile.
E’ in esso che
viene nominata per la prima volta la famosa "relazione Chelleri" (che
dovrebbe dimostrare sia i presunti infoibamenti di Basovizza, sia la vicenda
del "sopravvissuto" alla foiba, che in altre sedi abbiamo smentito in
base a documenti – non apocrifi, va detto), attribuita al capitano Carlo
Chelleri di Isola d’Istria, che però, interrogato in merito, ha SMENTITO di
avere scritto quella relazione (si veda Roberto Spazzali in "Foibe un
dibattito ancora aperto", edito dalla Lega nazionale nel 1990). E’ sempre
in questo documento che troviamo una "testimonianza" attribuita
al “sottocapo meccanico Federico Vincenti” che parlava di “trattamento
disumano” riservato ai prigionieri italiani nell’isola di Lissa (Dalmazia) da
parte jugoslava. Federico Vincenti, pluridecorato partigiano friulano, non solo
ha SMENTITO di avere rilasciato quella testimonianza, ma oltretutto NON E’ MAI
STATO prigionieri a Lissa (si veda il link http://www.storiastoriepn.it/blog/?p=3617).
Inoltre in
questo documento vengono attribuiti agli "jugoslavi" anche i crimini
commessi dagli ustascia contro la popolazione serba: cosa che oltre a non
essere pertinente con il tema del rapporto, costituisce una mistificazione a
dir poco grottesca. Il governo ustascia di Ante Pavelic, che tanti crimini
commise contro i civili, era stato messo in piedi dalla Germania nazista e
dall’Italia fascista, che aveva addirittura nominato, in qualità di "re di
Croazia", il principe Aimone di Savoia. Che, in quanto capo di stato,
sarebbe stato lui responsabile dei crimini commessi dal suo esercito, nei
confronti dei serbi ma anche degli italiani stessi massacrati nelle repressioni
nazifasciste.
Un tanto a
proposito di fare pace col cervello. Che poi non si comprende perché il dottor
De Luca si agiti tanto quando si dice che è stato relatore a conferenze di
Forza nuova e CasaPound: se lo trova disdicevole, poteva fare a meno di
andarci. Quanto al Settimo sigillo, è stato il suo fondatore Enzo Cipriano a scrivere: “Le edizioni
Settimo Sigillo nascono a Brescia, dove allora ero esule in Patria nel
1982. Quattro amici (e perché no Camerati) si tassano per 500.000 lire a
testa e nasce la casa editrice. Il primo libro editato Architettura e
Tradizione di Carlo Fabrizio Carli. L’anno successivo, il 1983, durante una
trasferta politica a Roma vengo a conoscenza della messa in vendita
della Libreria Europa e fatti i bagagli mi trasferisco a Roma (…) Ho provato
con Erra e Rutilio Sermonti a fare qualcosa di politico, in senso stretto, per
unire o quantomeno cercare di non far litigare le varie anime della cosiddetta
Destra. Operazione fallimentare” (http://www.mirorenzaglia.org/2009/03/enzo-cipriano-leditore-tra-storia-e-verita/.)
Rutilio
Sermonti, per la cronaca, è il novantenne pasdaran repubblichino accusato di
essere l’ispiratore ideologico dei neofascisti dell’inchiesta Aquila nera che
si proponevano, stando alle intercettazioni rese note, di far saltare in aria
le sedi di Equitalia e delle Agenzie delle entrate con gli impiegati dentro.
Naturalmente sto andando fuori tema, per cui concludo. Se davvero gli “infoibati”
fossero stati 20.000 o anche “solo” 12.000, come mai a richiedere la
medaglietta in ricordo sono stati poco più di 800 eredi (considerando che le
medaglie vengono attribuite agli eredi e non al morto, abbiamo anche casi di
cinque medaglie per un morto solo)?
Claudia Cernigoi