Federico, un paio di cose in risposta al tuo commento. La prima è che io stesso ho letto il nome sui siti di Repubblica e Corriere, che poi evidentemente hanno cambiato e messo solo le iniziali.
La seconda è che in questo caso, a mio avviso, il termine "deontologia" va scisso dalla semplice applicazione di regole scritte, a cui fai riferimento. Proprio la situazione di grave allarme sociale richiede molta prudenza: non è possibile separare causa (la pubblicazione del nome e cognome) dall’effetto (il linciaggio, al momento solo mediatico per fortuna, dell’uomo) perché quest ultimo era un effetto prevedibilissimo. Tutti conoscono la situazione del Paese e la comprensibile rabbia che ha suscitato l’attentato: cosa accadrà se i sospetti intorno all’uomo decadono domani mattina? Chi lo risarcirà per le minacce e la merda che gli è stata gettata addosso?
Prendo spunto proprio da Repubblica:
ORE 20.36 - CADONO I SOSPETTI SULL’UOMO FERMATO IN QUESTURA
Doccia fredda per gli inquirenti che, dopo ore di interrogatorio, vedono vacillare e probabilmente cadere i sospetti sull’elettrotecnico con una disabilità evidente al braccio tenuto sotto torchio insieme al fratello e, sembra, anche anche altri testimoni. Non ci sono conferme ufficiali ma la notizia circola insistentemente negli ambienti della questura.