Dunque, a parte il fatto che la ’commentatrice’ e la sottoscritta non coincidono, quindi non sono io ad aver scritto che non ho né tempo né voglia di cercare ecc. ecc.
In secondo luogo, diffido sempre dalle accuse di oscurantismo e complottismo, perché sono per lo più semplificazioni che fanno di tutta l’erba un fascio, certo comode e immediate, ma purtroppo superficialmente miopi e dettate da una misera ignoranza.
Terzo, per dimostrare la correlazione tra autismo e vaccini lei a chi si rivolgerebbe se non a ricercatori? Mi spiego meglio: quando deve cambiare le gomme alla macchina, dove va? dal panettiere o dal gommista? E non pensa che il gommista sia guidato da interessi economici? Smette di andarci oppure si basa sulla buona fede, l’affidabilità della persona, una conoscenza personale, referenze e esperienze passate? Per cui, non capisco: per qualsiasi cosa ci affidiamo alla professionalità di chi ha acquisito le competenze in lunghi anni di lavoro, perché non dovrebbe essere così anche per la medicina? Qual è la differenza? certo, le case farmaceutiche guadagnano, ed è anche giusto, visti gli ingenti investimenti richiesti dalla ricerca di laboratorio. Guadagna il gommista l’idraulico l’elettricista guadagna il commercialista l’insegnante la commessa. E dunque? Non le pare un po’ sbrigativo e povero come ragionamento liquidare tutto con un ’ci fanno vaccinare i figli perché c’è un ritorno economico?’ Sicuro che c’è, c’è in tutte le cose, non vedo perché non dovrebbe esserci nel campo dell’industria farmaceutica. Ma lei è proprio sicuro di conoscere i tassi di mortalità infantile prima che venissero introdotti i vaccini?