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Famiglia, scuola e società: liberarsi dall’"Apparato"

Di Porcu Silvana (---.---.---.146) 11 agosto 2011 17:50

La famiglia, in Italia, è sicuramente un punto di riferimento, nel bene e nel male. Sopratutto nel male. Purtroppo il "familismo amorale" va molto al di là di un normale interessamento per la sorte dei figli.
La scuola ha perso molto della sua influenza positiva poichè da troppo tempo si dedica ad intrattenere gli studenti non certo ad istruirli.
Ci si lamenta dei tagli ma, a ben vedere, i soldi che prima arrivavano non venivano certo usati per recuperare le abilità di base, leggere, scrivere e far di conto, ma per qualche concerto di Natale in più o qualche progetto per dare fumo negli occhi ai genitori e qualche soldo agli insegnanti.
Se l’istruzione venisse percepita come la salute, un valore in sè, forse le cose cambierebbero.
Con quale coraggio continuo a chiedere "Hai fatto i compiti ?" a ragazzi che già alle 17 sono fuori casa impegnati in campi di calcio, maneggi, piscine e quant’altro?
Sono gli stessi ragazzi che ai miei tempi, 45 anni fa, passavano il tempo in strada perchè figli di genitori che non davano importanza alla scuola.
Le cose non sono poi molto cambiate. Oggi si promuove a prescindere e molto spesso al solo scopo di salvare gli organici. D’altra parte da dove vengono i neet (nè istruzione, nè lavoro nè aprrendistato) che sono oramai 2 milioni in Italia?
Da una famiglia che li ha mandati a scuola per forza d’inerzia e non gli ha mai chiesto nessun impegno fosse pure quello di rifarsi il letto.
Non li vogliono, ammesso che si presentino, neanche come commessi perchè non sanno e non vogliono fare niente.
Una generazione che si definisce di "disoccupati" ma che non posssono essere occupati poichè non sanno fare niente. Che tristezza! 


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