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Il delirio de IlPadano.com: “Bruciare il Corano è un atto dovuto. Anzi, sequestriamolo”

Di Gianfranco (---.---.---.7) 14 settembre 2010 15:25
Gianfranco

Caro xxxx, ho provato sinceramente ha trovare della logica, o almeno un po’ di sostanza, nei tuoi commenti. Purtroppo, sicuramente per mia negligenza, non ne ho trovata alcuna.
Ho rinvenuto, invece, una profonda ignoranza sulla religione musulmana (più giustificabile della malafede) e una totale assenza di un minimo di buon senso. Che dovrebbe essere patrimonio equamente distribuito nel mondo, a prescindere dagli orientamenti politici e religiosi (ma, va da se, qualcuno rimane sempre senza).
Negli attentati dell’11 Settembre hanno perso la vita cristiani, musulmani ed ebrei. Chi ha ammazzato tutta quella gente non si è chiesto a quale religione appartenessero le persone che lavoravano, o erano presenti, dentro le Twin Towers. Per nostra fortuna, tutti gli orientamenti giuridici dei Paesi occidentali riconoscono la responsabilità individuale, non quella dei popoli, delle nazioni, delle religioni. Una moschea è un luogo di preghiera e, come tale, ha pari dignità di qualunque altro luogo di culto di essere costruita nei pressi di Ground Zero, a conforto dei propri fedeli.
Uno, nell’intimità della propria abitazione, può dare fuoco ai libri che crede e per le ragioni che ritiene opportune (per rabbia, per scaldarsi, per antipatia,..). Tanto alla Divina Commedia quanto al Corano, tanto alla Bibbia quanto all’ultimo "capolavoro" di Federico Moccia. Quando, invece, lo fa in una piazza, previa abbondante pubblicità, diventa un atto violento, squalificante. Privo di rispetto per chi quei libri li legge, li apprezza o, nel caso di testi ritenuti sacri, ci affida la propria vita. E qui mi fermo, nella speranza che il buon senso, seguendo percorsi tortuosi, raggiunga lidi a volte a lui inconsueti


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