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L’aborto post-natale e la confusione nella mente

Di (---.---.---.126) 10 marzo 2012 11:59

"L’impostazione teorica di questo discorso sembra proporre elementi concettuali che creano una profonda confusione in un campo in cui c’è invece bisogno di estrema chiarezza; in particolare quando si sostiene (leggo l’abstract della ricerca) che "entrambi, feto e neonato, non hanno lo stesso status morale delle persone reali" o che "entrambi siano persone potenziali" per concludere che "l’aborto dopo la nascita dovrebbe essere consentito in tutti i casi in cui l’aborto è consentito, compresi i casi in cui il neonato non è minorato"."



Caro claudio innanzitutto complimenti per il tuo articolo che trovo veramente ben fatto.
Ho riportato la citazione perché in realtà ciò che dicono i due autori è)

" the fact that both are potential persons is morally irrelevant"

In un altro articolo 

(Journal of Medicine and Philosophy, 37: 49–59, 2012 doi:10.1093/jmp/jhr053

Advance Access publication on January 11, 2012

Abortion and the Argument from Potential: What We Owe to the Ones Who Might Exist

ALBERTO GIUBILINI)

Giubilini aveva messo in discussione l’argomento della potenzialità distinguendo fra possibilità di vita e potenzialità di vita in base ad una serie di considerazioni piuttosto complesse sulle quali non mi addentro . Scrive 


<<A choice concerning whether or not to abort is a choice between allowing and not allowing a potential person to exist; it is not between allowing and not allowing her to exist, assumed that she or someone else will exist in any possible case.>>.

Se ho capito bene il feto è una possibilità di vita, in quanto dipende dalla scelta "morale" della madre, e non una potenzialità che si attuerà comunque in ogni possibile caso . Siccome è solo una possibilità non può essere soggetto di diritto, come sostengono i cattolici. 

Un saluto domenico fargnoli 





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