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Perché disertare le urne

Di Andrea Piazza (---.---.---.19) 15 aprile 2011 18:04

Antonio Gramsci, 1911: "L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare"
Articolo primo della nostra Costituzione: "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".

L’indifferenza non sarà mai la giusta soluzione, in politica come in qualsiasi altro campo, dalla vita singola e personale di ciascuno di noi a quella collettiva di un intero Paese. E’ vero, concordo con quanto esposto nell’articolo, la casta è lì e se ne approfitta, però non vedo come non andare alle urne possa essere un rimedio... così si potrebbe solo dimostrare che il popolo italiano se ne frega della propria repubblica, della propria democrazia e della propria libertà; anzi, si darebbe ancora di più il via a un processo tutt’altro che repubblicano, dimostrandosi indifferenti e disinteressati...
Piuttosto, alle urne meglio andarci (per dimostrare che ci importa il nostro futuro, che abbiamo a cuore la democrazia) e non votare per nessuno, per dare un segnale alla politica, dicendo "guarda che noi, popolo detentore della sovranità, non ci riconosciamo in nessuno di voi".


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