• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Videocracy: l’Italia di Berlusconi trent’anni dopo

Di massimo (---.---.---.131) 7 settembre 2009 12:08

Ricordo, specialmente ai più giovani, che la nascita delle tv commerciali in Italia è stato un momento di grande libertà. Allora avevamo il monopolio della Televisione di stato , unico ente trasmettitore ammesso.
Rigido ed ottuso a tal punto che per assurde considerazioni moralistiche ed anticonsumistiche , si era arrivati a posticipare l’inizio della televisione a colori di molti anni rispetto alle altre nazioni occidentali.
Per un certo numero di anni , nella seconda parte degli anni 70 , si sono cimentati in molti nell’impresa di realizzare stazioni televise, in una situazione normativa confusa. E si trattava anche di grandi editori della carta stampata. Su tutti ha prevalso Finivest , poi Mediaset, diventando il più grande polo italiano privato.
Ha vinto perchè ha offerto quello che una grandissima parte degli utenti voleva e non perchè si sarebbe imposto con chissà quali strani lavaggi del cervello. Se poi adesso intellettuali e snob criticano quelle scelte e le ritengono poverissime culturalmente, diseducative e squalificate, possono anche aver ragione , ma dove erano quando si imponevano certi modelli ? Perchè la Cultura vera non ha più spazio ?
E’ molto comodo l’alibi Berlusconi; lui era un imprenditore che ha fatto il bene della propria azienda ed anche dei suoi dipendenti. Chi sono i veri responsabili della videocrazy ?
Ci sono stati tanti cattivi maestri che dopo il 68 hanno distrutto nella scuola e nella società civile i nostri valori storici tradizionali e morali, e non sono stati in grado si sostiturli con niente. Inutile che oggi si lamentino per quello che loro hanno voluto. 


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox