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Da Garibaldi a Bossi una controversa visione della nostra storia risorgimentale

Di (---.---.---.41) 24 luglio 2010 19:59

Credo che ogni storia sia ricordata funzionalmente alle cose contingenti.
Ognuno apprezza o disprezza un fatto ricordato perchè gli dà forza o lo svilisce nelle azioni da intraprendere.
Non credo nelle Grandi Narrazioni scolpite definitivamente.
Credo nella quotidiana mutevolezza delle esigenze e delle interpretazioni.
Garibaldi lavorò come trasportare (commerciante?) di schiavi cinesi perso il Perù. Ciò lo ha squalificato per sempre, oppure si può credere alla sua successiva conversione in "liberatore di popoli".
Sarebbe stato peggio, secondo la morale di oggi, che avesse iniziato con la "liberazione" e avesse finito con lo schiavismo.
Certo però che festeggiare una guerra non è molto esaltante, dato che nel mondo di oggi tanti ancora chiedono la "liberazione" anche con i fucili...
La recente sentenza della Corte internazione di Giustizia riguardante il Kossovo esalta l’inattualità della guerra come modalità di liberazione, per esaltare la volontà popolare.
Gli stati hanno anche gli strumenti per manipolare le opinioni pubbliche, nonchè di creare storie per proprio uso e consumo.
Vedasi Turchia che non riconosce il fatto dello sterminio armeno....
Insomma la stroria è come un romanzo bello ed esaltante se ci piace, altrimenti è noiosa ed insopportabile.
Gli storici fanno del loro meglio per spiegarci scientificamente come sono andate realmente le cose.


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