Patrick Moore si è
allontanato da Greenpeace già nel 1986. Era passato solo un anno dall’attentato organizzato dai servizi
segreti francesi e che aveva affondato la prima Rainbow Warrior: l’attentato,
che colpiva le attività antinucleari di Greenpeace, costò la vita al fotografo
portoghese Fernando Pereira.
Dal 1991 Patrick Moore ha
lavorato per la BCFE
un gruppo creato per difendere gli interessi dell’industria del legname
canadese, gruppo che ha operato come ramo dell’azienda di relazioni pubbliche
Burson-Marsteller, per sostenere che il taglio a raso delle foreste primarie è
ambientalmente positivo. La Burson-Marsteller ha peraltro lavorato con la
giunta militare dell’Argentina per attrarre investimenti stranieri e per
migliorare l’immagine del regime. A una domanda specifica su questo aspetto Patrick
Moore, in un intervista sulla gestione delle foreste, ha avuto modo di
dichiarare il 22 luglio 1991 che tanto le “persone
vengono uccise dappertutto” (Vancouver Sun, articolo a firma Stephen Hume).
Ora, se questo è l’ambientalista ragionevole e Greenpeace è una associazione inumana... di scientifico Moore non ha proprio nulla, è una persona che da 25 anni lavora per l’industria in operazioni di "greenwahsing.
Giuseppe Onufrio - Direttore di Greenpeace Italia