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Abrogare o no la norma che prevede l’aumento dell’orari​o da 18 a 24 ore per i docenti?

Di (---.---.---.2) 30 ottobre 2012 16:21

Nessun problema se l’aumento orario venisse inteso in questo modo; tutti noi preferiremmo ufficializzare le ore che realmente facciamo, se ci venissero retribuite. Ma questo non succederà mai, visto che costerebbe troppo allo Stato e che lo scopo del governo non è certamente quello di migliorare la scuola, bensì di tagliare i nostri stipendi per fare cassa. L’aumento da 18 a 24 ore prospettato dal Ministro Profumo si riferisce esclusivamente alle ore di lezione in aula e avverrebbe senza alcun aumento di stipendio: questo significa che le ore di lavoro reale passerebbero da (circa) 38 ore settimanali a (circa) 50 ore settimanali, traducendosi in un impegno troppo gravoso che peggiorerebbe di gran lunga la didattica e ad una decurtazione di stipendio orario che corrisponderebbe ad una paga da terzo mondo. Non solo: con questa manovra rimarrebbero disoccupati più di 30 mila docenti precari che fanno sacrifici da anni aspettando di entrare in ruolo e che hanno famiglie da mantenere! A tutto questo si aggiunga l’ennesima offesa e umiliazione da parte dei governanti ad una categoria di professionisti come noi, dopo che abbiamo dedicato le nostre vite allo studio, alla cultura e all’educazione dei giovani, dipingendoci come dei fannulloni ed esponendoci alle critiche del "volgo". Detto questo, caro signor Attanasii, la prossima volta che scriverà un articolo, si assicuri di essersi ben documentato sull’argomento e che le sue parole non possano urtare la sensibilità di persone già abbondantemente provate. Buon proseguimento.


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