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Psicologi e sociologi negli Yahoo Labs per studiare le motivazioni degli utenti

yahoo labs Dopo l’accordo con Microsoft per l’uso del motore Bing, Yahoo sta tentando di reinventarsi. Uno dei modi è stato finora quello di assumere psicologi, etnografi e sociologi, insomma, quelli che in inglese si definiscono “social scientists” e di orientare i propri laboratori a scoprire in maniera scientifica come le persone si comportano online, cosa attira la loro attenzione, quali sono le cose che motivano di più. Un’occasione che dimostra come l’azienda californiana ritenga che non bastino tecnici e programmatori per capire come progettare buoni prodotti e servizi web.

Le assunzioni sono recenti, e solo nel 2009 sono cominciate a comparire le pubblicazioni di questo gruppo. Che si occupa, ora che Yahoo usa la tecnologia Bing di Microsoft per il suo motore di ricerca, di sviluppare nuovi modi per presentare le informazioni sul front-end. Insomma, di migliorare l’esperienza utente, invece della sola tecnologia.

Fra gli oggetti delle ricerche di questo nuovo gruppo, composto da accademici di una certa fama, la conferma che i contenuti (ad esempio programmi tv) risultano più interessanti, e tengono la gente più incollata al monitor, se l’esperienza è in qualche modo condivisa con altri. C’è un maggior senso di obbligo a guardare il programma se si è con qualcuno che si è a casa da soli. Il che sulla rete può essere un problema.

Così è stato sviluppato Zync, un plugin per Microsoft Messengers che consente a più persone che chattano di guardare contemporaneamente un video. Nasce per risolvere un problema classico con la condivisione di video online: anche se si scambiano i link del filmato, due persone non sanno se stanno guardando il video in sincrono, così è difficile fare commenti come se si fosse seduti fianco a fianco.

Una ricerca sull’uso di queso plugin ha confermato che gli utenti chattano significativamente più a lungo e si scambiano un maggior numero di link rispetto alle chat normali. Chattare guardando un video in sincrono pare dunque aumenti il senso di condivisione di un’esperienza, e non soltanto di un’informazione.

Lo studio dei comportamenti dell’utente online, sia di carattere sociale che individuale, è un settore nel quale si investirà sempre di più nel futuro. Ed è un settore parzialmente differente dagli studi di usabilità (anche se usa metodi simili), perché lo scopo non è la misura di prestazioni di efficacia o efficienza in un compito, ma l’analisi delle motivazioni, di ciò che funziona o non funziona. Nell’ovvio intento, qui molto esplicito, di fornire servizi migliori all’utente, ma soprattutto più remunerativi per aziende e provider di servizi. Il che apre a nuovi dilemmi etici, oltre che a nuove possibilità professionali, per chi di mestiere studia il comportamento degli utenti e aiuta a programmare servizi e prodotti migliori.

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