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Vademecum della crisi

C’ERA UNA VOLTA

 

Nell’economia dei consumi due condizioni di equilibrio hanno consentito al meccanismo produttivo di creare le condizioni per un potente sviluppo dell’attività economica: impavido quello tra Domanda e Offerta, decoroso quello tra profitti e redditi da lavoro,

Così, per la prima volta nella storia vengono affrancate dall’indigenza e dal bisogno folle sterminate di individui.

Il sodalizio, libero mercato/democrazia politica, ha generato consenso e benessere sul fatto, sul fare, sul farsi. Il continuo aumento della produttività, della capacità produttiva ed il ritrarsi dello stato dall’economia ha consentito un aumento delle opportunità di business e moltiplicato la ricchezza.

Certo, l’uso indiscriminato delle risorse e un eccesso di scarti di processo dal ciclo produttivo, ha configurato l’alterazione dell’ecosistema, ma tantè. Il prezzo pagato alla vita spesa a fare la spesa, con la lacerazione delle relazioni plurali, precipitate a relazioni singolari, non proprio trascurabile.

 

SI ROMPE L’EQUILIBRIO

Fin qui tutto bene, poi....

Il mercato del lavoro, con l’automazione dei processi produttivi riduce l’offerta di occupazione.

Pure con i processi di delocalizzazione si riduce l’offerta; le migrazioni dal sud al nord del mondo aumentano invece la domanda; il basso costo di questo lavoro nei paesi in via di sviluppo rende istituto un nuovo equilibrio: il mercato fa il prezzo, riduce i redditi.

Altro mercato, altra musica: in quello delle merci il progressivo aumento della produttività, del numero dei produttori, del volume e tipo delle merci prodotte, la riduzione del ciclo di vita dei prodotti rende l’offerta superiore alla capacità di smaltimento della domanda. Il mercato manca di registrare questo, non riduce il prezzo delle merci.

Questa sovraccapacità dei mercati sviluppati distorce il processo redistributivo della ricchezza, altera equilibri consolidati, scuote alla base l’efficienza del meccanismo.

 

MECCANISMO SQUILIBRATO MA..

La combinazione d’insufficienza del reddito ed eccesso di offerta mina la crescita economica.

Il soccorso del debito surroga il reddito, sostiene in modo artificiale la domanda, smaltisce l’offerta: crea ricchezza.

Cotanto ossimoro soddisfa gli apprendisti stregoni; i produttori prima incassano lauti profitti come certificano i resoconti BRI nel 2008 poi vedono salire il loro credito di ruolo finanche il loro fare non crei ricchezza, non ristori bisogni.

Sofisticati gingilli finanziari fanno argine agli squilibri del meccanismo produttivo.

Solo la tecnica di rifinanziamento dei mutui fondiari USA ed il Credito al Consumo spargono liquido monetario che ingrossa il debito, consente di fare acquisti.

Si nuota finche si può, oggi non più: sta qui la crisi.

Per uscirne e riavviare la crescita ancora debito.

Debito privato e debito pubblico: la fragilità si mostra palese.

Fragilità per fragilità ci si può lambiccare tra la deflazione o l’inflazione prossima ventura

 

TOCCA AI CONSUMATORI

Pure il Consumatore, non più archetipa figura sociologica, fa i conti con la crisi.

Basta con il fare dilettante, basta con il debito.

Aumentare invece la redditività del reddito il precetto; frequentare tutte le occasioni di risparmio e ridurre gli acquisti superflui, la strategia da mettere in campo: l’efficacia sorprendente.

Non una fuga dal mercato anzi l’occasione per restarvi, ottimizzando la resa economico-produttiva della nostra azione di Consumo.

Certo per rifocillare il reddito mancheremo il record della crescita, si alzerà però il valore della posta per il Consumatore.

Occorre far tesoro di questa opportunità forzando i tempi per uscire dal guado.

Bando alle ciance, due le soluzioni che vivamente si consigliano a Lor signori: si può ridurre il prezzo delle merci; si può anche ripristinare una più consona redistribuzione della ricchezza tra profitti e redditi, se non quelli da lavoro, almeno quelli necessari a ripristinare gli acquisti.

Due opzioni, un solo modo per aumentare il reddito senza ridurre i consumi, senza mortificare la crescita.

Si può fare ancor di più.

Invitare magari gli esclusi dal consumo al desco della crescita dotandoli di un reddito sufficiente. Non sarà facile, complicate ragioni geopolitiche lo impediscono.

Sollecitare perchennò i provvisti di profitto a fare domanda. Consumatori fatti apposta per acquistare la nostra appetibile offerta di prodotto: tempo, attenzione e fiducia.

Tutto questo si può per ristrutturare carichi di lavoro, cariche di ruolo, garantire ricchezza ed un maggiore equilibrio di sistema.

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