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Nicola Cosentino salvato a Montecitorio


Berlusconi parla, anzi,
tuona durante il congresso al Ppe
. Non sono, le sue, parole di circostanza, parole di rappresentanza vista la sua carica, ma assomigliano ad anatemi e promesse di vendetta.

 

"La sovranità in Italia è passata dal Parlamento al partito dei giudici. In Italia succede un fatto particolare cui dobbiamo rimediare: il Parlamento fa le leggi ma se non piacciono al partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale e la Corte abroga la legge in quanto da organo di garanzia si è trasformato in organo politico. La maggioranza, quindi, sta lavorando per cambiare situazione anche attraverso una riforma della Costituzione.’’ Secondo Berlusconi tale composizione della Consulta è determinato anche dal fatto che ci sono stati tre presidenti della Repubblica di sinistra.

Roma, 10 dicembre 2009 - L’Aula della Camera ha negato l’autorizzazione all’arresto del sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino (Pdl). Confermata così la decisione assunta nei giorni scorsi dalla Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio. I voti a favore sul diniego dell’arresto sono stati 360, 226 quelli contrari. La votazione è stata a scrutinio segreto. Il sottosegretario era presente in Aula. Dopo il voto ha ricevuto baci e abbracci dai colleghi.

Gaspare Giudice, morto lo scorso aprile. Nel 1995 fu chiamato da Gianfranco Miccichè per organizzare Forza Italia in Sicilia. Nella XIII legislatura approda per la prima volta alla Camera dei Deputati con la candidatura in Forza italia nel colleggio maggioritario di bagheria assumendo l’incarico di componente della Commissione all’Agricoltura, in seguitò figurerà nella Commissione Bilancio e Commissione consultiva sulla riforma amministrativa. Alla fine andò sotto processo, un processo durato 6 anni accusato di: associazione mafiosa, bancarotta fraudolenta, estorsione e riciclaggio. Nel 1999 la magistratura chiede a Montecitorio l’autorizzazione all’arresto di Giudice, ma alla Camera Giudice fa un intervento lacrimoso, piegato in preghiera scongiura i suoi colleghi politici di salvarlo dalla vergogna del carcere: un voto trasversale Polo – Ulivo lo salva.

Eppure tra gli atti inviati al Parlamento assieme alle intercettazioni ambientali dove evidente si ergeva tutta la piena responsabilità di Giudice negli affari con Cosa Nostra e soprattutto con Provenzano, anche una lettera che in ogni altra Nazione non gli avrebbe dato scampo aprendogli i cancelli della galera.

Stralcio della lettera originale di Giudice Gaspare a peppino ( Giuseppe ) Panzeca braccio destro del superlatitante Nino Giuffrè al tempo della missiva

« Caro Giuseppe, l’autentica amicizia che mi legava a tuo zio Lorenzo (Lorenzo di Gesè luogotenente di Calò capo mafia di Caccamo specializzato nel riciclaggio) ... si lamenta delle angherie con la giustizia poi prosegue... non ho una lira, non posso mandare le mie figlie in vacanza, eppure ho operato sempre nell’interesse della ’società’...» poche righe che confermano l’amicizia e i patti d’onore tra il deputato di Forza Italia con i capo mafia della zona. Eppure verrà ricandidato ancora nel 2001 e nel 2006 e sempre in casa degli azzurri.

Gaspare Giudice definito uomo d’onore dai pentiti, con le intercettazioni a confermarlo, definito ’l’espressione politica di Provenzano’ dai giudici e dalle indagini bancarie di aver gestito nella filiale della Sicilcassa di Termini Imerese di cui era direttore, decine di anonimi libretti di risparmio sui quali operavano con versamenti o prelievi in contanti, il fratello del boss Pippo Calò, il capo mafia Giuseppe Gaetano e gli imprenditori legati ai corleonesi e provenienti dalle diverse regioni italiane.

Vorremmo chiedere al Premier se anche questo ’modus operandi’, cioè il salvare gli ’onorevoli azzurri’ dalle carceri, faccia parte del compotto catto comunista messo in atto contro Silvio Berlusconi.

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