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L’oro (maledetto) di Napoli

La Napoli moderna si confronta con le sue origini di Parthenope riscoprendo l’estremizzazione delle sue principali caratteristiche sociali, attraverso gli occhi di un viaggiatore ipotetico, straniero nella propria città. La Nuova Parthenope è follia ammaliante, seduttrice. La città perfetta per quest’era imperfetta.

Il risveglio partenopeo non può essere che accompagno dalla classica "tazzulella ‘e cafè", rigorosamente bollente da non poter essere quasi toccata; proprio come la città che dà lei i natali: Napoli.

Ogni mattina, Napoli sembra risvegliarsi da un torpore misto tra la città che non dorme mai e quella che a fatica apre gli occhi, dopo una bella dormita. Intoccabile nella sua foschia che fa di lei un quadro unico, con tutta calma si desta dalla flebile nebbia, lasciando che il sole illumini i tetti delle case quasi ricaricando quei colori, che all’alba sembrano sbiaditi e che assieme al sorgere del sole ritornano splendenti. Nei mille vicoli della città si possono notare i famosi panni stesi da un lato all’altro della strada, tanto stretta da permettere a stento il passaggio di una auto; lenzuola bianche, troppo pulite per appartenere a quei vicoli che piano a piano iniziano a mostrare il loro vero aspetto, e così i mille colori contrastano sgradevolmente con l’abbandono e l’incuria di strade che sembrano uscite da un racconto di Jack Higgins, perfetta ambientazione per una storia d’amore e di guerriglia sanguinaria.

I panni bianchi sembrano coprire lo sporco del cuore di Napoli, che così dannatamente affascinante t’invita ad entrare in essa, apprezzare i suoi pregi e difetti nascosti, ma ti ricorda che: è rigorosamente vietato toccare!

Così d’un tratto Napoli appare violenta, pericolosa, e la sua magia ora si chiama stregoneria. Tutti stregati dalla sua voce, dai suoi sfarzi, dalla sua abbondanza, dai suoi mille colori, e quando sei dentro di lei, è forse troppo tardi per uscirne, per tornare indietro. La strega ti possiede.

Inutilmente pensi di allontanarti da essa, vaghi nell’entroterra, in cerca di salvezza da quella ammaliante follia, ma non trovi mai la fine di questa città. Parthenope è infinita.

Agglomerati di case si susseguono all’infinito infischiandosene dei confini, così dopo cinquanta chilometri puoi accorgerti di non aver ancora incontrato un vero e proprio confine tra la città e i paesi della sua provincia. O t’accorgi che una casa si trova giusto nel mezzo della terra di nessuno, dove il cartello d’arrivederci da Napoli è passato da un paio di minuti e solo adesso scorgi quello di benvenuto in Casoria. In mezzo? Un prolungamento anomalo della città di Arzano che occupa un incrocio solo tra le due città. Per rendere meglio l’idea sul marciapiede sinistro sei a Napoli al centro della strada Arzano e a destra potresti trovarti già a Casoria.

La Napoli intoccabile si estende come una mano che schiaccia tutto il territorio campano, un arto autonomo, il cui cervello è nascosto tra i mille capizona, i mille politici corrotti, e i soldatini di quartiere.

Di fatti un singolo cervello non esiste, le menti pensanti sono tante ma mosse da un unico "sistema", le loro sono solo azioni comandate dall’impulso, dal "così si fa" che si tramanda da generazioni di malviventi, di camorristi, di guappi. Ma come si sa le tradizioni nel corso del tempo vengono troppo spesso distorte, e così un’azione vendicativa, per aver subito un torto, una rapina, una violenza sessuale sulla propria figlia, veniva comandata dal capozona a solo monito di far rispettare la quiete e l’onore (se così si può definire) oggi azioni come queste vengono ignorate, anzi non è motivo d’attenzione da parte del capozona.
 
Al massimo sono i "guappi" del rione (o magari del singolo condominio) che sbrigano la faccenda, spesso maldestramente causando morti ammazzati o vere e proprie faide. I "capi" oggi hanno altro da pensare, magari la nazione stessa.

La Napoli di oggi ha perso anche quell’ultimo velo di normalità dietro cui si riusciva a nascondere, e professando per bocca di tanti paladini della giustizia di voler cambiare, senza mai un vero e concreto risultato.

Le azioni di risposta alla "normalità delle cose" è intrapresa da sparuti gruppi di idealisti che, loro malgrado restano sempre più isolati, e intanto tutt’attorno la gente continua nella piena indifferenza.

Puoi camminare per Aversa, andare in visita dal medico o a trovare un amico senza sapere che nell’appartamento accanto gruppi di cinesi senza scrupoli costringono donne a prostituirsi, puoi girare in macchina per Sant’Antimo e incontrare l’erede del boss cittadino ammazzato barbaramente qualche tempo prima passeggiare indisturbato, o bere un caffè ad Orta di Atella (comune che ha dato i natali al sindaco più votato d’ Italia e più discusso della zona) e renderti conto di quanto la vita sia strana, perché il bar in cui ti trovi è stato costruito laddove il terreno era dichiarato non edificabile, laddove non era permesso costruire né coltivare, e bonifica miracolosa a parte (di cui nessuno ha mai visto traccia di lavori) ora è ricoperto di palazzoni e villette hollywoodiane. E ti chiedi se anche quella è Napoli, perché non c’è nessuna differenza.

Così, spinto dal masochismo o dalla speranza che la mano oscura della Nuova Parthenope non sia davvero così grande, ti spingi verso Caserta. La strada vede finalmente campi alle estremità della solita "asse mediana" eppure un piccolo particolare salta all’occhio. Una montagna di terreno con strani barili e buste di plastica si nota dietro alberi ben posizionati, di certo non a caso. Ti avvicini a piedi e così puoi ammirare la piccola montagna di quasi 3 - 4 metri.

L’ennesimo scempio, sotto gli occhi di tutti. Il terreno sembra ardere sotto i piedi, uno strano fetore avvolge l’aria.

Marcianise
è così, avvolta da un fetore che l’accomuna al comune semi-gemello di Orta di Atella.

E lungo la strada ancora prostituzione, che paradossalmente sembra accompagnarti verso le punte di diamante del nostro commercio, della nostra economia. Ma è giusto così, se vai al Centro Commerciale Campania per acquisti, non puoi non pensare di fare compere al mercato del sesso lì accanto.

La scelta è vasta, nigeriane, sudafricane, etiopi, tutte però con nomi italiani: Maria, Valentina, Anna. L’integrazione nella nuova Parthenope è forte, siamo una città che rende tutti fieri del tricolore, tanto da cambiare subito nome. Cannibalizziamo tutto. Alcune di loro hanno cercato aiuto persino nelle comunità religiose, spesso trovando esseri ancor più meschini pronti a sfruttare la loro situazione pur di ricavarne una prestazione sessuale o peggio ancora un ritorno economico riportandole dal loro "protettore".
 
Storie di ragazze sotto scacco di italiani e connazionali che minacciano le loro famiglie rimaste nelle rispettive patrie.

Ma queste storie non possono e non devono interessarci, il mondo è sempre andato così e continuerà a girare nel medesimo modo.

Finalmente si scorge il cartello Caserta - Città della pace.

Stai per entrare in città quando alla radio il notiziario annuncia l’ennesimo morto ammazzato. Dove? A Caserta. E ti senti così stupido per aver creduto di poter scappare dalla mano oscura di Nuova Parthenope. Ti rendi conto di essere a pochi chilometri da Casal di Principe, la Corleone campana e che tutto qui assume un aspetto più cinico: la vita vale meno di zero.

Nella Nuova Parhenope non c’è spazio per "gli eroi" che vorrebbero cambiare il mondo, o almeno migliorare il "sistema", nelle città sotto il controllo della mano oscura non c’è spazio per chi è stanco di violenze, silenzi e di far spallucce, se sei stanco puoi anche morire, perché qui, puoi solo osservare, ammirare, ma non toccare, ma non cambiare.

Andarsene è una possibilità ma il marchio sarà sempre sulla tua anima, nel tuo carattere. L’oro di Napoli una volta toccato ti maledice per l’eternità, puoi gridare, puoi scrivere un "pezzo" per il giornale on-line con il quale collabori, ma per tutti sarai sempre il pazzo che ha voglia di morire.
 
E allora se hai il vero coraggio del Partenopeo D.O.C., se hai ereditato i caratteri combattivi del primo Masaniello (prima della sua "pazzia), se ami davvero questa terra maledetta, stringi i pugni, ti alzi e gridi: "Ammazzateci tutti!", siamo pochi ma buoni. Le pistole, le botte, le minacce non possono spaventarci, "ammzzateci tutti!".
 
Poi, il silenzio.

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