La sciatteria della signora Gabriella Carlucci e i pasti della Cultura Bondiana
Era agosto 2008 quando appresi che Gabriella Carlucci, deputata, responsabile del dipartimento Cultura e Spettacolo di FI dichiarava sul numero di Diva e donna: “La nostra tv non mi piace molto, perché traduce in italiano format spesso volgari, guardoni e anche sciatti”.
La sciatteria di oggi invece, la denuncia la sua segretaria, collaboratrice in nero, tanto la Carlucci non aveva spolverato la collaborazione della giovin signora, sua portaborsone, chiamata “Celestina” dal Corriere: “Da oggi tutti i collaboratori degli onorevoli che lavorano in nero, oppure in grigio con stipendi da fame, hanno la loro eroina. Nessuno prima di lei aveva osato tanto: fare causa al deputato datore di lavoro e ottenere un risarcimento. Ma la sentenza con la quale il giudice Michele Forziati ha condannato Gabriella Carlucci a pagare 10.170 euro e 39 centesimi più interessi a Celestina (la chiameremo semplicemente con il nome di battesimo) che per quasi due anni, dal luglio 2004 al giugno 2006, aveva lavorato nella sua segreteria, va ben oltre. Perché stabilisce il principio che tra la parlamentare del Popolo della libertà e la sua assistente «è intercorso un rapporto di lavoro subordinato»…i compiti che Celestina aveva nella segreteria di Gabriella Carlucci presso la sede di Forza Italia in via dell’Umiltà a Roma? Nel ricorso il legale ha spiegato che programmava la giornata della parlamentare, le organizzava gli appuntamenti «relativi all’attività nel settore dello spettacolo, principalmente contatti con la redazione e la produzione della trasmissione televisiva Melaverde», prenotava gli alberghi e i biglietti aerei, rispondeva al telefono, seguiva le iniziative di legge, la campagna elettorale e il collegio pugliese dove era stata eletta, e coordinava gli altri addetti alla segreteria. Ricostruzione che il giudice non ha messo in discussione, avendo ascoltato le testimonianze rese da una quindicina di persone, fra cui pure alcuni «stagisti» occupati negli uffici del partito di Silvio Berlusconi. A suffragio della tesi che «le mansioni assegnate» alla collaboratrice «possono agevolmente ricondursi a quelle di una vera a propria segretaria personale ed inquadrate nel livello terzo di cui al contratto collettivo nazionale per i dipendenti di studi professionali», la sentenza cita poi diffusamente anche le dettagliate disposizioni che Gabriella Carlucci impartiva via mail alla sua assistente. Del tipo: «Dare a mio cognato la mail di Caldoro viceministro della pubblica istruzione… Avverti Manzi che sono a Trani… Manda il progetto di Borgia a Genchi per Fitto… Mi serve il testo che hai mandato al sottosegretario Cota… Richiama per conferma Bettamio… Fai avere a Dilascuo, Armao, Monaci il calendario della commissione… Cerca lo spettacolo di Paolo Poli, ti ricordo che Bondi vuole andare il 22 o il 23 insieme alle Marinelle… Devo entro questa sera parlare con Bud Spencer…»
Gabriella Carlucci, deputata del Pdl, è stata quindi “condannata a risarcire una propria collaboratrice che le faceva da assistente personale ma non riceveva i contributi previdenziali, né era ufficialmente contrattualizzata. Da Montecitorio l’ufficio stampa dell’onorevole Carlucci fa sapere che non è stato rilasciato alcun comunicato stampa in risposta alla sentenza e che l’unica replica dell’onorevole è un secco “no comment“.”
Quanto a Bondi, il ministro ai Beni e alle Attività culturali, che aprono le porte, Grandi come quelle della Rai, dove Bondi si mostra a Porta a Porta come gli esponenti del governo… Sfilarono a settembre su un Red Carpet per l’apertura della Mostra del Cinema, a Venezia, cantando le lodi di Baaria, e facendo manganellare i precari della cultura “quelli stessi che garantiscono l’apertura della Biennale e che sono strozzati nel meccanismo delle agenzie interinali. Un governo che ai tagli sulla cultura e sull’università, associa oggi, in un momento in cui lotte e vertenze si moltiplicano, la violenza della polizia che oggi ha colpito al Lido”: ORO BUTTATO.
Non mi rispecchio oggi né tantomeno domani nella vostra poesia e sopratutto non mangio alla Mensa della Casa delle Libertà, dove eccelle l’Anfitriona signora Carlucci. A questi pasti, rispondo che non solo siamo alla frutta ma neanche quintali di bicarbonato possono renderli digestibili.
Attenendomi ad una mia coerenza, e non al suo disegno di legge, che vorrebbe eliminare l’anonimato da internet , mi firmo e con Tanti auguri signora Carlucci, a lei e al Convitato di Pietra che si scambia voti e bocconi, azzurri, blu notte:che vi ritornino su, come certi incubi da rigurgito.
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