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Illegittimo: tra stato di shock e stato di fermo

Stalking 

"La mostra è bellissima, ho visto il catalogo e ho assistito ad alcune discussioni. Ho detto a Sua Eminenza che c’è una grande lacuna, manca il ritratto di San Silvio da Arcore che fa sì che l’Italia non sia in mano a certi signori della sinistra". Sono parole di Silvio Berlusconi, presente alla mostra “Il potere e la grazia” presso Palazzo Venezia. E in compagnia di burlone Bertone. Queste ed altre perle.

Out of control

Lo stato d’animo sotto shock di una persona, per quanto potente e intoccabile, comunque anziana, di un Premier che attacca corte e colle, e non perché attacchi Napolitano in quanto garante, ma in quanto traditore (proprio tu? Custode dei miei ddl? Che poi cosa c’entra? Gliel’ha firmato in 4 e 4 8, il fu Lodo...). L’esistere sbandato di un uomo al quale sono affidate le sorti di questo flatulente enclave. Ecco, tutto questo mi ha fatto tornare in mente una promessa che mi ero fatto durante la campagna elettorale del 2008. Segui, scegli, ragiona: sul tavolo c’era, fra le tante, anche la legge elettorale.

Mantra di ieri, amen di domani



Ora: in tv una tacita connivenza padrone di casa- padrone della poltrona fa sì che l’italiano poco sappia delle norme con le quali siamo chiamati ad eleggere i nostri rappresentanti da che non se ne parla in pubblico dibattito. La promessa? Ci arriviamo. Era la campagna elettorale del nemico da non nominare, della sicurezza sulle strade, della casta da sovvertire, dei conti pubblici da risanare a colpi di tagli sul futile e l’implicitamente politico. La campagna dell’italiano che non arriva alla fine del mese. Ricordate? Ricordiamo. Stanco di sentirne, e bramoso di lumi e punti d’osservazione sulla legge elettorale, mi ripromisi di assicurare il mio voto a chiunque avesse fatto menzione della cosa, e più specificatamente in una formula. “Dobbiamo smetterla di parlare della gente che non arriva a fine mese, le persone devono saperne anche sulla legge elettorale”. Ossia il mantra al rovescio.

Elezioni

Risultato? Apposi la mia croce, nessun esponente – tuttavia – si sognò di pronunciare la frase magica. Sapete? Ci stava arrivando Veltroni. Comizio in città, vado a sfidarlo: vediamo se la dice. Non ci crederete, non ci credevo anch’io: il preludio c’era, la frase rimasta in bocca. E neanche “sarà per la prossima”, ho potuto dirgli. Chi ce l’avrebbe visto ancora in sella poi? E infatti. Ora: il lodo Alfano? Momento...

Valutazioni e sottovalutazioni

Qualcuno dovrebbe smetterla di spiegarci che la gente non vuol sapere di queste cose. Sia preso come uno sfogo: se il Presidente del Consiglio del mio paese è in evidente stato di shock e in potenziale stato di fermo ho diritto di sapere, di conoscere motivazioni tecniche di sentenze, rumors di palazzo e pippe fantapolitiche affini. Una per tutte, è il caso di smetterla di svilire come insipiente l’opinione pubblica, che il pane sa comunque cucinarselo senza i dettami della suor Germana in carica. In un paese propriamente detto, il popolo deve sapere, il popolo deve essere giudicato, il popolo deve giudicare. Il primo che lo dice s’aggiudica una X. Il giorno è di gloria, gente: approfittare!

Allegati al post: Il Tg4 dell’annuncio. Fede show

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