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Crisi dell’automobile, l’ovvio declino

I giganti dell’industria pesante dell’automobile si sono addormentati per troppo tempo e ora la loro inerzia li condurrà allo sfacelo. 

Illustri economisti stanno profetizzando la fine dell’automobile, e sostanzialmente credo si possa sostenere che la prosperità di questo mercato, almeno nel medio termine, sia giunta alla fine. I motivi sono molteplici e si possono raggruppare in categorie.

1) Scarsa qualità
Le automobili di ultima generazione, ad esclusione di qualche piccolo gadget tecnologico integrato, fanno sempre le stesse cose delle automobili di 20 anni fa, cioè ci portano da una destinazione ad un altra, consumando più o meno lo stesso tipo e la stessa quantità di combustibile.

Si sarebbe potuto lanciare da tempo l’automobile a idrogeno e/o elettrica e non lo si è fatto per ovvie ragioni lobbystiche, mascherando il tutto dietro a delle assurde difficoltà tecniche. Non bisogna essere esperti di motori per capire che il motore elettrico è talmente semplice da essere totalmente senza manutenzione e ha dei costi di produzione a regime irrisori rispetto al motore a combustione interna che per contro è pericoloso, inquinante, rumoroso e molto complicato.

Con le consolidate tecnologie wireless e GPS le automobili avrebbero potuto parlare fra loro, come fanno già da 10 anni i computer e gli uffici di tutto il mondo. in questo modo si sarebbe potuto ad esempio creare sistemi anti collisione in modo da rendere impossibili gli incidenti, sistemi per multare gli automobilisti indisciplinati in modo completamente automatico, sistemi per individuare ed evitare il traffico, ecc...

2) Strategie di marketing non consone alla congiuntura
Fra i produttori di automobili, è passata la convinzione che chi dominerà il mercato sarà il più grande, cioè quello che sarà in grado di produrre il più grande numero di automobili (maggiore economia di scala). Ciò ha portato e porterà a un processo di consolidamento fra gli attori del comparto che renderà i colossi dell’auto ancora sofferenti per diversi anni. Statisticamente infatti, dopo una fusione è previsto un periodo di calo degli utili dovuto ai costi di integrazione e riconversione delle strutture, periodo che nel caso di industria pesante può durare anche alcuni anni.
Proprio ora che il mercato ha bisogno di una forte spinta innovativa nel settore le industrie saranno dedite alla rioganizzazione interna e nel contempo saranno sommerse di debiti.

3) Eccesso di produzione
Dato che l’industria dell’automobile costituisce una parte considerevole del PIL dei paesi di tutto il mondo, è stata incentivata dalla politica fino all’inverosimile. Incentivi su incentivi hanno creato nella popolazione l’aberrante convinzione che sarebbe stato meglio cambiare automobile ogni 2 anni! pensate alla stupidaggine assoluta della normativa Euro1, Euro2, Euro3, Euro4, Euro5 EuroX... e questo per inquinare di meno? Vorrei far presente che per costruire un SUV nuovo ci vogliono circa 100 barili di petrolio, mentre per circolare un anno ce ne vogliono mediamente 12 (in europa) inoltre ci sono una marea di scarti di produzione e successive demolizioni per cui cambiando spesso automobile inquiniamo solo di più.



4) Rinnovata consapevolezza dei clienti
Negli ultimi 20 anni si è premuto sulle masse, cercando di convincerle (con grande successo) che l’automobile è uno status-symbol e quindi, chi possiede un’automobile bella e costosa è una persona ricca, attraente e alla moda. Di fatto l’automobile è divenuta il giocattolo per adulti del ventesimo secolo.

Recentemente, forse per la crisi economica in atto, le persone hanno cominciato a riflettere su questo bene.

L’automobile nuova è realmente necessaria?
L’automobile nuova è un buon investimento?

Tutte le persone che hanno fatto questa riflessione senza farsi troppo condizionare, hanno potuto riscontrare che l’automobile nuova è un pessimo investimento per se stessi o per la famiglia a fronte di pochissimi benefici reali, inoltre, aquistare un’automobile non realmente necessaria rappresenta quantomento un atto di irresponsabilità civile.

Speriamo che i tempi del "comprate perchè l’economia gira" oppure ancor peggio "comprate perchè lo dicono in TV" siano finiti, anche se sicuramente, i tempi in cui andremo fieri di andare in giro con una vecchia auto sono ancora lontani.



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