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 Home page > Attualità > Politica > Il sindacato bamboccioni e le boutade di Brunetta

Il sindacato bamboccioni e le boutade di Brunetta

Il ministro Brunetta lancia una proposta: «Obbligherei per legge i figli ad uscire di casa a 18 anni» ha detto.

Una frase ad effetto buttata là, con l’intento di provocare e di far discutere più che con quello di costruire.

Non manca nemmeno un tocco di autobiografismo alla sparata del ministro.«Fino a quando non sono andato a vivere da solo era mia madre che la mattina mi rifaceva il letto. Di questo mi sono vergognato», ha aggiunto.

 
Ne manca un’analisi del problema.
 
" I bamboccioni - dice Brunetta- ci sono perché si danno garanzie solo ai padri, perché le università funzionano in un certo modo, perché i genitori si tengono i privilegi e scaricano i rischi sui figli".
 
Tutto giusto.
 
Che dire, dunque?
 
Che il ministro, come spesso gli accade, preferisce la spettacolarità alla concretezza.

Sa di essere il nuovo fenomeno mediatico, che le sue sparate fanno discutere e non si sottrae.
 
Ma perchè parlare di un progetto di legge per far uscire di casa i diciottenni?
 
Se è una boutade, non fa ridere.
Se è una proposta seria, sì, fa proprio ridere.
 
Forse è il modo di affrontare i problemi che ha questo governo che ha contagiato Brunetta.
 
Un tempo, quando era meno inebriato dal suo potere mediatico, era sicuramente più lucido.
 
Già lo abbiamo visto con il processo breve.
Il processo è lungo?
Lo è per tutta una serie di motivi organizzativi, logistici, procedurali?
Invece di rimuovere le cause di malfunzionamento, questo governo si avvia a fissare per legge i tempi di durata dei processi: o avvengono entro quei tempi oppure carte a monte, liberi tutti.
 
Allo stesso modo Brunetta ragiona per i giovani.
Ce ne sono moltissimi in gamba che non trovano lavoro per vari motivi.
Senza contare che quelli più brillanti e qualificati vanno all’estero, anche perchè, come ha scoperto lo stesso ministro, l’università funziona male, cioè dando spazi agli immeritevoli e ai raccomandati piuttosto che a quelli bravi.
 
E il ministro con cosa se ne esce?
Con la proposta di una riforma seria e radicale del mercato del lavoro?
Con la proposta di una riforma in senso rigidamente meritocratico dell’ Università?
 
No. Niente di tutto questo.
I bamboccioni vadano fuori di casa per legge a 18 anni, escano dal riparo delle gonne materne e affrontino il mondo a mani nude.
 
La stessa cosa l’avevo sentita poche settimane fa nel bar sottocasa da un avventore qualsiasi. E’ sbagliato, in questo paese, aspettarsi qualcosa di più da un ministro, di quello che si può comodamente sentire nel bar sottocasa?
 
Sarebbe bello sapere cosa ne pensano i bamboccioni.
E sarebbe bello anche che si organizzassero e dicessero la loro.
 
Peccato che il "sindacato bamboccioni", pur con i suoi milioni di potenziali aderenti, sia destinato a continuare a non contare nulla in questo paese.
 
Almeno fino a quando chi è chiamato a far funzionare meglio le cose preferisce fare cinema piuttosto che avanzare proposte concrete.
 

Commenti all'articolo

  • Di poetto (---.---.---.2) 18 gennaio 2010 11:25

     Oramai è da tanto che il ministro ci delizia con le sue trovate.

    Questa dei bamboccioni è decisamente strampalata.

    I giovani, in generale, non lasciano la casa dei genitori in quanto esistono delle difficoltà materiali nel trovare una sistemazione degna di questo nome ed un lavoro, specialmente al sud, che permetta una tranquilla vita indipendente.

    Oltre ad eserci una cultura che trova insolito che un ragazzo, o ragazza, di 18 anni, senza giustificato motivo, vedi matrimonio, lasci la casa dei propri genitori, esiste, come detto prima, ed è decisamente un fattore molto più frenante, una grossa difficoltà economica che blocca qualunque desiderio di indipendenza del giovane.

    Occorrerebbe trovare delle formule che permettano ai giovani di trovarsi una sistemazione diversa dalla casa dei genitori.

    Io lavoro nel pubblico, quando mi hanno assunto, a tempo determinato, a Firenze, ho scoperto che molti avevano abbandonato l’incarico per la difficoltà nel trovare un alloggio, difficoltà che poi ho trovato anche io.

    Ho dovuto accettare dei compromessi sgradevoli pur di non perdere l’incarico.

    Se lo Stato si fosse preoccupato di trovare una sistemazione, ad esempio un alloggio sicuro a canone agevolato, sicuramente molti di quelli che avevano rinunciato avrebbero accettato l’incarico di un anno.

    Questo è un piccolo esempio per dire che se esistono dei presupposti validi allora si può anche parlare di lasciare la casa dei genitori, altrimenti sono solo chiacchiere senza valore.

  • Di Filippo Cusumano (---.---.---.120) 18 gennaio 2010 12:36
    Filippo Cusumano

    E’ vero. Ma ormai non c’è più ritegno nel cercare di contrabbandare le "chiacchiere senza valore" come "politica del fare".....

  • Di Grazia Gaspari (---.---.---.3) 18 gennaio 2010 12:55
    Grazia Gaspari

    Quello che sconcerta non è tanto la boutade del ministro Brunetta, quanto il fatto che si fanno solo boutade. Si pesta la classica acqua nel mortaio, la gente si incavola, i giornali ne parlano....e tutto finisce lì. Aria!!! 

    Nero su bianco...Cosa è stato fatto? Affitti e mutui agevolati? Università a distanza? Borse di studio importanti? Incentivazione del merito? Incentivazione al lavoro, ecc. ecc. ? No, mi risulta solo un bonus una tantum alle giovani coppie. 
    Un po’ poco!!! E il bamboccione dilaga
  • Di pv21 (---.---.---.22) 18 gennaio 2010 16:31

    Il "sagace" Brunetta con le sue boutades cerca di distogliere dai problemi reali. La Crisi-Atto secondo macina record di famiglie indebitate e precari a spasso? Buttiamo fuori di casa i bamboccioni. Evaporano gli annunci di tagli alle tasse? Per forza ci sono i bamboccioni. Caliamo un pietoso velo di silenzio e proviamo a Interrogare le Stelle per scoprire come smascherare certi alieni ... (c’è di più => http://forum.wineuropa.it

  • Di pint74 (---.---.---.8) 18 gennaio 2010 20:32
    pint74

    Forse il ministro Brunetta pensa che il "bamboccione" medio abbia un posto fisso con guadagni al di sopra dei 2000 euro mensili?
    Allora,in questo caso,vive su un’altro pianeta.
    Vorrei sapere,un ragazzo normale,come può pagarsi l’affitto,le bollette,le spese per l’auto o il trasporto verso la metà lavorativa ed avere qualche soldo anche per il cibo?
    Con 800-1000 euro al mese sarebbe quasi impossibile sopravvivere.
    Si farebbe una vita di solo lavoro e cibi low-costo e TV.
    L’unica soluzione è risparmiare stando a casa dei genitori.
    Ma se Brunetta vuole obbligare i giovani ad uscire di casa a 18 anni,si faccia carico lui delle spese.
    Anche questa bisogna sentire da quel ministro...
    Ottimo articolo.

    • Di Il Gufo (---.---.---.29) 19 gennaio 2010 19:33

      "Vorrei sapere,un ragazzo normale,come può pagarsi l’affitto,le bollette,le spese per l’auto o il trasporto verso la metà lavorativa ed avere qualche soldo anche per il cibo?"
      Hai dimenticato le tasse, che un giovane avvocato non paga ma un giovane centralinista sì.

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